Da Libero a Giannini
un siluro, poi chapeau

IN CONTROTENDENZA rispetto ai tanti episodi di malcostume giornalistico raccontati da Iustitia c’è una vicenda che dimostra come si può prendere una cantonata, ammettere l’errore e uscirne con “eleganza”. 
Il 10 marzo 2008 il vice direttore ed editorialista di Repubblica Massimo Giannini, direttore anche del supplemento Affari & Finanza, pubblica sul suo settimanale un editoriale sulla sfida tra Milano e Smirne per aggiudicarsi l’assegnazione dell’Expo 2015, sfida vinta il 31 marzo da Milano con 86 voti a 65 nel rush finale di Parigi.
Nel suo fondo, offuscato da ricordi classici, colloca Smirne in Grecia e non in Turchia. “In altre epoche storiche – scrive il direttore di Affari & Finanza – non ci sarebbe stata battaglia. Vuoi mettere la grande City meneghina, il cuore della finanza globalizzata e il polmone dell’Italia che produce, con una piccola città marinara, avamposto di una Grecia in crescita ma ancora lontana dagli standard di competitività e di efficienza europei?” L’errore è grave e viene

centrato da un siluro di Libero, il quotidiano diretto da Vittorio Feltri. Il 12 marzo Alessandro Gnocchi firma un articolo in prima pagina: occhiello ‘Lo svarione’, titolo ‘La Repubblica trasloca Smirne in Grecia’; il servizio continua in pagina interna: l'occhiello è


Massimo Giannini (*) e Eugenio Scalfari
politico: ‘Refusi democratici’; il titolo velenoso: ‘Per i soloni di Repubblica la turca Smirne finisce in Grecia’, con corredo di cartina geografica.
Gnocchi parte dal fondo “firmato dall’autorevole Massimo Giannini. Un principe della carta stampata, l’erede di Eugenio Scalfari”. E continua: “Ma anche a una penna fine come Giannini può capitare un incidente”. Ripercorre l’articolo del vice direttore di Repubblica e piazza l’affondo: “Ma, dannazione, Smirne, ‘piccola città marinara’ di oltre tre milioni di abitanti distribuiti in nove distretti metropolitani, è la terza città della Turchia e il suo porto è secondo solo a quello di Istambul”.
A strettissimo giro il direttore di Affari & Finanza risponde con una lettera al quotidiano di Feltri, inviata anche al sito Dagospia, che aveva ripreso lo svarione. Il 13 marzo Libero pubblica su un’intera colonna la lettera con la quale Giannini ammette senza riserve l’errore: “Il mio è un incidente del quale mi rammarico enormemente, e del quale chiederò scusa, con molta umiltà, nel prossimo numero del supplemento. Ai greci, ai turchi, ai lettori”. E infatti la rettifica viene pubblica sul numero di Affari & Finanza del 17 marzo. Intanto il botta e risposta con Libero viene chiuso da Gnocchi con cinque righe in calce alla lunga lettera del vice direttore di Repubblica: “Caro Giannini, l’eleganza della sua replica conferma che Lei siede nell’Olimpo del giornalismo, ovunque esso si trovi. I miei più cordiali saluti”.

(*) Da www.facebook.com