Agcom dal 2012 ferma,
dilagano i 'processi in tv'

L’ULTIMA FRONTIERA dell’assalto tecnologico alla privacy da parte dei media è l’utilizzo di droni, aerei che viaggiano in assenza di pilota guidati da un computer di bordo. Il 30 ottobre su Canale 5, nella trasmissione ‘Pomeriggio Cinque’ condotta da Barbara D’Urso, sono state mandate in onda immagini riprese dall’alto da un drone che ha sorvolato la villetta di Elena Ceste, la madre di quattro bambini trovata morta in un canale a Costigliole d’Asti, forse per dimostrare che il telo verde in cui sarebbe stato avvolto il cadavere della donna potrebbe provenire dalla copertura della serra esistente sul retro della sua casa da cui sarebbe stato strappato da chi l’ha uccisa.
La segnalazione arriva dal consigliere dell’Ordine nazionale  Pierluigi Roesler Franz, componente del ‘Comitato per l’applicazione del codice di autoregolamentazione in materia di rappresentazione di vicende giudiziarie

nelle trasmissioni radiotelevisive’. Roesler Franz osserva l’esplosione dei ‘processi in tv’ condotti senza il rispetto delle regole della privacy e con un appello chiede l’intervento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il consigliere dell’Ordine innanzitutto

Riccardo Chieppa (1) e Federica Panicucci (2)

cita due trasmissioni: ‘Pomeriggio Cinque’ di Barbara D’Urso, all’anagrafe Maria Carmela D’Urso, napoletana, cinquantasette anni, “già giornalista pubblicista cancellatasi dall’Ordine del Lazio per non essere radiata, in quanto testimonial di spot pubblicitari televisivi vietati dalla Carta dei doveri del giornalista”; ‘Mattino Cinque’ condotta da Federica Panicucci, livornese di Cecina, quarantasette anni.
Nei processi televisivi, denuncia Roesler Franz, “si finisce per intaccare il rispetto della dignità delle vittime, di indagati e imputati di processi penali e inchieste giudiziarie in vicende drammatiche come quelle di Elena Ceste o di Yara Gambirasio, la tredicenne assassinata a Brembate Sopra, in provincia di Bergamo, così come già avvenne in passato per i clamorosi casi giudiziari di Avetrana, Perugia e Cogne, su cui si è rilevata una fortissima attenzione dei media e del pubblico, che si è dimostrato prevedibilmente sensibile e morbosamente attento agli eccessi della cronaca nera”.
Poiché queste drammatiche vicende, - continua l’appello - nelle quali si sfrutta il dolore delle persone, fanno comunque audience in tv, la cronaca nera viene raccontata in alcuni programmi televisivi come una storia di vita, facendo entrare il telespettatore prepotentemente nella vita delle vittime, senza nessuna coscienziosità, senza nessun riguardo per i sentimenti dei familiari e senza neppure tener conto del fatto che si tratta di procedimenti penali in corso condotti da varie Procure della

Elena Ceste (3) e Yara Gambirasio (4)

Repubblica in cui  sono coinvolti anche dei minori, come, ad esempio, i quattro figli di Elena Ceste tutti di età inferiore ai 18 anni o la memoria di una giovanissima vittima come Yara Gambirasio”.
Per contrastare questa corsa all’audience tutta

giocata sulla morbosità, anche su sollecitazione del presidente della Repubblica, era stato varato prima un ‘Codice di autoregolamentazione’ sottoscritto da quasi le principali emittenti televisive e dalle loro associazioni, con l’eccezione di Sky e Telenorba, e poi, in attuazione del Codice, nel dicembre del 2009 era stato costituito presso l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, allora presieduta da Corrado Calabrò e dal luglio 2012 da Angelo Marcello Cardani, il ‘Comitato per l’autoregolamentazione’. Ne fanno parte dieci membri, di cui tre indicati dall’Agcom: l’ex presidente della Corte costituzionale Riccardo Chieppa e i professori Giuseppe De Vergottini e Mario Morcellini. Dal 20 dicembre 2012 però il comitato non viene più convocato.
Nell’appello indirizzato a Napolitano il consigliere dell'Ordine nazionale scrive: “mi permetto di disturbarla per segnalarle che, purtroppo, a sua totale insaputa, giace in ‘coma profondo’, se non addirittura già ‘defunto' il ‘comitato processi in tv’, istituito presso l’Agcom, proprio per aderire a una sua lodevolissima, degnissima e apprezzabilissima sollecitazione, cui tra l’altro ha fatto seguito un pubblico ‘Incontro’ al Quirinale il 21 gennaio 2011 in concomitanza con la Giornata dell’informazione”.
Per conoscere le cause del ‘coma’, i cui tempi per motivi sicuramente casuali coincidono con la presidenza di Angelo Marcello Cardani, Iustitia ha chiesto notizie all’Agcom e la risposta è decisamente imbarazzante: “il Comitato “Processi in tv”, è stato istituito nel 2009 a seguito di un Codice di autoregolamentazione siglato da quasi tutte le principali emittenti

televisive nonché dalle loro associazioni. Il Comitato, composto da rappresentanti di tutte le parti firmatarie, non è previsto da norme di legge ma agisce, essendo frutto di un accordo tra le parti, come organo di autogoverno. Pertanto non è compito

Giuseppe De Vergottini (2) e Mario Morcellini (5)

dell’Autorità – che pure indica tre componenti del Comitato stesso su un totale di dieci – procedere alla convocazione dell’organismo, che risulta non essersi più riunito dal mese di dicembre 2012”.
È di tutta evidenza – dichiara a Iustitia Roesler Franz commentando la risposta dell’Agcom –  che i danni all’Autorità non si limitano al coma del comitato ‘processi in tv’. Il comitato, che ha un costo minimo, è stato istituito presso l’Autorità che nomina tre membri su dieci e sceglie il presidente con incarico triennale: prima è toccato al giudice Chieppa e poi al professore De Vergottini. Ancora. Sul sito dell’Agcom c’è una pagina dedicata al Comitato, con le notizie, le norme, la rassegna stampa e gli interventi di Napolitano e Chieppa al Quirinale. Nella stessa pagina c’è anche il modulo per segnalare eventuali violazioni riscontrate in trasmissioni televisive. Che risposte hanno avuto in questi due anni i cittadini che si sono rivolti all’Agcom per segnalare e contrastare le trasmissioni che violano sistematicamente la privacy?


(1) Da www.tempi.it
(2) Da www.dagospia.org
(3) Da www.mediterranews.it
(4) Da www.notizie.virgilio.it
(5) Da www.conferenza.it