La Città: nuovo cdr,
parte lo stato di crisi

DOPO UN VUOTO durato tre mesi è stato finalmente eletto il  comitato di redazione alla Città di Salerno. Il 16 ottobre il presidente della commissione elettorale Luigi Amati ha comunicato i risultati: 13 aventi diritto e 13 votanti; gli eletti sono Monica Trotta con undici preferenze, Clemy De Maio con otto e Carlo Meoli con sei; nessuna scheda bianca o nulla.
Due giorni dopo il voto il commercialista Lorenzo La Duca, consulente delle Edizioni Salernitane, la società che edita il giornale, ha inviato “un aggiornamento del piano di riorganizzazione / ristrutturazione per crisi

aziendale” sottoscritto dai dipendenti e dall'azienda nel maggio scorso.
Nelle cinque pagine del piano indirizzate al cdr, al sindacato regionale dei giornalisti, alla Fnsi, a Cisl, Cgil e Uil vengono snocciolati i dati di un pesante sbilancio di gestione: per i due mesi finali del 2016 sarebbero state registrate perdite superiori a 170mila euro; per il periodo gennaio-agosto 2017 il buco avrebbe toccato gli 831mila euro. Da qui “la necessità ormai

Giovanni Lombardi

improcrastinabile di intervenire con mano ferma sul costante ed esorbitante incremento dei costi sopportati e da sopportare in futuro”.
A questo profondo rosso vanno aggiunti i pagamenti per cause di lavoro promosse da dipendenti o ex dipendenti che “in caso di soccombenza” porterebbero, secondo l’amministratore, “a un esborso complessivo di 550mila euro”. Ma poiché tutte le vertenze riguardano la vecchia gestione se la magistratura le scaricherà sulle casse dell'Edizioni Salernitane sarà evidente che le trattative per il passaggio di proprietà sono state gestite in maniera imprevidente e maldestra. E questo caso clamoroso non è l’unica vicenda in cui i nuovi proprietari (Giovanni Lombardi e Vito Di Canto) hanno dimostrato la loro inesperienza.
Senza contare che Lombardi ha anche aperto un fronte giudiziario: con l’accusa di “reati tributari accertati nell’ambito di una verifica fiscale nei confronti della Millestampe srl di cui è amministratore di fatto” è indagato dal sostituto procuratore di Torre Annunziata Sergio Raimondi che ha spedito la Guardia di finanza a perquisire gli uffici e le case di Lombardi.
Ma torniamo al profondo rosso. Allora dove intervenire per ridurre le spese? Innanzitutto, scrivono gli editori, tagliando il costo del lavoro: i dipendenti ereditati il primo novembre del 2016 dal Gruppo L’Espresso erano

Vito Di Canto

diciannove (tredici giornalisti, direttore escluso, e sei poligrafici), sono diventati, e non si capisce perché, ventuno con due nuovi poligrafici. Per tutti è previsto il ricorso alla “ammortizzazione sociale
straordinaria
”, cioè a contratti di solidarietà o alla cassa integrazione per i prossimi due anni.
Nel piano di riorganizzazione è annunciata una importante novità: un “accordo con una primaria testata quotidiana

nazionale che consenta la diffusione in abbinamento” con la Città.
Tre gli obiettivi dell’operazione: aumento delle vendite, incremento della raccolta pubblicitaria, taglio delle pagine nazionali del quotidiano salernitano con lo spostamento ad altri settori dei redattori che le confezionano.        
Il confronto tra le parti si dovrebbe tenere nella sede della Città il 26 ottobre alle 14,30; verrà preceduto da un incontro il 21 ottobre del cdr con il direttore amministrativo Giuseppe Carriero, cui seguirà, probabilmente lunedì 23 un’assemblea di redazione.