All’indomani del pareggio del Napoli a Manchester i quotidiani affidano alle firme di punta i commenti per un risultato forse insperato alla vigilia.
Il 15 settembre al Roma, orfano di Raffaele Auriemma, tocca a Salvatore Caiazza scendere in campo armato di entusiasmo, sciarpona azzurra e dizionario del bravo tifoso per tirare le orecchie agli scettici, ma dimenticando nella fretta la cassetta dell’analisi logica: “Coraggio. Adesso facciamo la conta di quelli che avevano pronosticato il pareggio. Alla fine dell’incontro e facile affermare “L’avevo detto”.
Occorrerebbe un accento, ma in compenso c’è tanta soddisfazione nelle parole del notista del Chiatamone. Che ricorda come alla vigilia la sfida si presentasse impari, se non altro per questioni numeriche. Caiazza fa un po' di rapidi conti. “Il Mancio aveva i favori del pronostico potendo contare su 445 milioni di calciatori”. Come dire che un cittadino europeo su due, compresi neonati e pensionati con catetere di ordinanza, ha messo le scarpette bullonate ed è sceso in campo contro undici eroi guidati da Walter Mazzarri, a cui Leonida oggettivamente deve soltanto inchinarsi. Altro che Termopili: quello era calcio balilla. Caiazza ci spiega anche come è stato possibile uscire indenni dall’Ethiad Stadium, l'impianto del Manchester City.
Intanto, secondo noi, perché non hanno giocato all’Eithad Stadium, come aveva invece suggerito l'incerto tom tom di Caiazza, che non avrebbero mai trovato con la conseguente sconfitta a tavolino.
E perché “Mazzarri era stato categorico alla vigilia: andiamo in campo dimenticando chi abbiamo di fronte. E i suoi ragazzi si sono ricordati davvero chi avevano dall’altra
parte”. Affiatamento completo tra panchina e squadra: è questo il segreto di un miracolo.
E poi Walter Gargano, che partitona. “Non ha mollato di una virgola”. Ecco dove era finita la punteggiatura. |