Sorge il dubbio: ma il personaggio in questione sarà un po’ machista? E egocentrico? E convinto di essere un protagonista della Storia? Decisamente si. A quanto pare. Ma almeno marito fedele, rispettoso della consorte, lontano dal cliché del maschio sciupafemmine? A sentire l’ex moglie, decisamente no. Non sarà mica il tipo di padre separato che si porta in vacanza una bionda e, festival del buongusto, la fa convivere con le proprie figlie adolescenti? E invece si. Tentiamo un’ultima carta: non è di quei politici che usano l’auto blu, che paghiamo tutti noi, per andare a un incontro galante a Ravello con una bonazza del giro dei vip, tipo Sabina Began? Tenetevi forti: fa anche questo. Inquietudine: sta’ a vedere che è lo stesso politico che qualcuno avrebbe visto in accappatoio inseguire una donna in un grande albergo di Napoli.
Ma chi è il mostro in questione? Ma si, è Italo Bocchino, il deputato che ha lanciato la moda delle conferenze in maniche di camicia, editore del Roma, discepolo prediletto del defunto Giuseppe Tatarella ed ex marito della signora Gabriella Buontempo, figlia del socialista doc Eugenio che sull’onda lunga di Tangentopoli tentò l’esilio a Praga, produttrice cinematografica con la società Goodtime (che è il suo cognome tradotto in inglese).
Il 16 settembre Gabriella racconta a Angela Frenda del Corsera il proprio doloroso percorso matrimoniale, fatto di continui tradimenti subiti e accettati “finché si poteva”, di delirii di onnipotenza del consorte che imponeva il silenzio assoluto in casa perché impegnato a ri-scrivere la Storia, delle di lui debolezze per la patonza, della di lui ingenuità che, confermerebbe la tesi, a sentir Gabriella, che tira più u’ pilu che cento coppie di buoi.
Un pensiero anche per Mara Carfagna: “Poverina, dal 15 marzo non parla più perché era Italo che le scriveva tutti i discorsi e che poi mi diceva “Senti che cosa le farò dire”. Perché Mara non sa parlare in italiano, cioè usare soggetto, verbo e predicato. È una nullità, lo diceva anche Italo”. In realtà sarebbe soggetto, verbo e complemento (sbaglia Gabriella, non corregge Angela), ma il significato è quello.
L’ultimo pensiero è ancora per l’ex marito: “Quelle di Italo sono robe da psicoanalisi. Soffre di cretinismo da separazione e di dinamica dell’abbandono”.
E fortuna che in quella famiglia non aveva preso piede l’usanza di tradurre i cognomi: come avrebbe tradotto Italo il proprio? In latino, forse, come le frasi che scrivevamo ai tempi del liceo nei bagni del Sannazaro per dimostrare che qualcosa l’avevamo imparata anche noi. Del latino e della vita. Qualcosa, mica tutto.
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