Pubblicità no e uffici stampa sì

Egregio direttore,
leggo che Caterina Balivo ha lasciato l'Ordine dei giornalisti a causa del fatto che fa pubblicità. Lei non nasconde soddisfazione per la fine di questa vicenda. Soddisfazione anche condivisibile: se ci sono le regole, vanno rispettate. E come fa un giornalista ad essere obiettivo se prende soldi da una ditta? Giusto, giustissimo. Bene, bravi, bis. Quindi Caterina Balivo non farà più lavoro giornalistico? Smetterà di condurre programmi televisivi? Non scriverà più sui giornali?
A lei la risposta a questa domanda retorica che, a ben vedere, mette fortemente in crisi il ruolo dell'Ordine, almeno così come è concepito. Saluti

Piero l’idealista

Post scriptum. Giusto una riflessione a margine: perché tanta attenzione per le pubblicità e invece occhi chiusi (non uno, ma entrambi) per le consulenze, per gli incarichi nel settore comunicazione e uffici stampa?
Alessio Vinci
è stato nominato capo media dell'Alitalia. Maurizio Bardazzi (ex Stampa) guida la comunicazione di Eni. Lucia Annunziata e chissà quanti altri hanno collaborato a vario titolo con Eni. Per tacere dei tanti che sono entrati in politica (con candidature o incarichi istituzionali) per poi tornare a scrivere sui giornali come se nulla fosse. Non c'è anche per loro lo stesso (e forse ben più grave) legittimo sospetto di conflitto di interessi?

Pietro l’idealista mette insieme e confonde questioni molto diverse. Per fare chiarezza concentriamoci sulle due principali.
Pubblicità. Come ha scritto più volte il consigliere dell’Ordine nazionale Pierluigi Roesler Franz nei suoi esposti su Caterina Balivo la showgirl facendo da testimonial pubblicitaria ha violato “gravemente gli articoli 1, 2 e 48 della legge 3 febbraio 1963 n. 69 sull’ordinamento della professione giornalistica con riferimento all’articolo 44 del vigente contratto nazionale del lavoro giornalistico e alla Carta dei doveri del giornalista dell’8 luglio 1993 nonché al decreto legislativo numero 74 del 1992”. Insomma, un giornalista, fin quando non si cambiano le regole, non può fare pubblicità.
Uffici stampa. Si tratta di una questione controversa. Per alcuni sono fonti e quindi svolgono a pieno lavoro giornalistico. Altri sostengono che andrebbe cercata una soluzione sull’esempio di ciò che avviene in Francia dove a chi lavora negli uffici stampa viene ritirata la tessera di giornalista.

Nello Cozzolino
(*) Da www.dagospia.com
 
Caterina Balivo
Alessio Vinci (*)
Lucia Annunziata (*)
P. Roesler Franz