Il consiglio di disciplina
si occupa di prostituzione

IL CASO L'HA sollevato il consigliere comunale di Sora Maria Paola D’Orazio denunciando il quotidiano La Provincia di Frosinone che ogni giorno pubblica intere pagine di offerte di prestazioni sessuali con una capillare copertura del capoluogo e dei principali centri della provincia e con annunci dal forte impatto visivo e dal testo che non lascia spazio all’immaginazione.
Sono una donna e sono una mamma – dichiara a Iustitia il consigliere D’Orazio, cinquantaquattro anni, assistente di ruolo di Oftalmologia al presidio ospedaliero di Sora – e mi allarma che giornali come La Provincia possano essere visti dai bambini. Mi occupo da anni, con responsabilità

diverse, di Pari opportunità: sono stata assessore comunale; ora faccio parte della commissione comunale come consigliere d’opposizione; sono anche componente della commissione Pari opportunità dell’Anci, l'Associazione nazionale dei comuni italiani”.
Nell’autunno 2016 Maria Paola D’Orazio, con il sostegno di alcune associazioni, ha presentato un esposto all’Ordine dei giornalisti del Lazio, presieduto da Paola

Maria Paola D’Orazio

Spadari. Da Roma il fascicolo è stato inviato all’Ordine di Napoli e se ne sta occupando il consiglio di disciplina, guidato da Maurizio Romano, perché nell’autunno scorso il direttore responsabile della Provincia era il napoletano Filiberto Passananti, sessantadue anni da compiere nei prossimi giorni, da trenta professionista, mentre oggi la direzione del giornale è affidata al frusinate Dario Facci, cinquantaquattro anni, da venti professionista.
Per La Provincia, secondo gli addetti ai lavori, si potrebbe addirittura configurare una ipotesi di favoreggiamento della prostituzione. Ipotesi assolutamente priva di fondamento secondo Passananti. “Sono tranquillo; -spiega a Iustitiaho guidato il giornale di Frosinone con un contratto a termine dall’ottobre 2016 al 31 marzo 2017. Devo aggiungere che da venti anni La Provincia pubblica questi annunci e un anno fa un precedente esposto indirizzato all’Ordine del Lazio, al quale era iscritto il direttore che mi ha preceduto, è stato archiviato. Una archiviazione dovuta anche al fatto che ci sono state diverse sentenze della Corte di cassazione che hanno sancito la liceità di questo tipo di annunci”.