Per la Casina
processo ‘vuoto’

È PER CERTI versi surreale il processo che dovrebbe permettere al comune di Napoli di incassare gli ormai cinque milioni di euro dai vertici dell’Associazione napoletana della stampa per la differenza canoni e il ritardato rilascio della Casina del boschetto in villa comunale che è stata la sede dell’Ordine regionale e del sindacato dei giornalisti campani fino allo sfratto eseguito nel novembre del 1999.
Gli unici punti fermi di questa storia sono due sentenze. La prima è della seconda sezione civile della corte d’appello di Napoli (presidente

Domenico Balletta e consiglieri Umberto Di Mauro e Alessandro Cocchiara estensore) che il 6 maggio del 2006 condanna i dirigenti dell’Associazione napoletana della stampa a pagare al comune di Napoli

Napoli. Il salone delle assemblee del circolo della stampa

due milioni e 528.347,24 euro, oltre gli interessi legali e la rivalutazione Istat. La seconda è firmata dai giudici della terza sezione civile della Corte di cassazione (presidente Francesco Trifone, consiglieri Alfonso Amatucci, Annamaria Ambrosio, Luigi Alessandro Scarano e relatore Franco De Stefano) che il 22 maggio 2013 conferma la decisione della corte d’appello di Napoli.
Da quel momento, sono passati dieci anni e sette mesi, palazzo San Giacomo, prima con Luigi De Magistris e poi con Gaetano Manfredi, doveva soltanto passare all’incasso della somma prendendola dai due presidenti dell’Assostampa individuati come responsabili, dal momento che i predecessori (Giacomo Lombardi e Lello Barbuto) sono scomparsi: Franco Maresca al vertice dal marzo 1994 all’ottobre 2002 e Gianni Ambrosino presidente dall’ottobre 2002 al maggio 2007. Per motivi misteriosi l’avvocatura civile del comune, guidata da Fabio Ferrari, avvia il giudizio soltanto nel luglio del 2021 e la prima udienza si svolge il 31 dicembre 2022. Il 18 dicembre 2023 si tiene un’altra udienza in via telematica davanti al giudice Rosa Romano Cesareo della IX sezione civile per la presentazione delle memorie. Ma da Ambrosino e Maresca non arriva niente perché non hanno nominato avvocati e sono contumaci. La sorpresa è che neanche i legali del comune hanno presentato la loro memoria. Perché?