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Ansa, Paolo Corallo
nuovo vice direttore |
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CON PASSI LENTI e prudenti Giampiero Gramaglia sta disegnando la sua Ansa. Quando, nel novembre 2006 il presidente dell’agenzia Boris Biancheri ebbe il via libera dal consiglio d’amministrazione per nominarlo direttore, il governo dell’agenzia era gestito con mano ferma da un triunvirato sperimentato, solido e ramificato, formato dall’amministratore Mario Rosso, dal direttore Pierluigi Magnaschi e dal vicario Carlo Gambalonga.
Il primo a saltare fu Magnaschi, che nei primi giorni del dicembre 2006 lasciò a Gramaglia la scrivania di via della Dataria; una sostituzione che Magnaschi ha cercato di colorare politicamente quando nel giugno 2007 è scoppiato il |
caso del generale della Guardia di finanza Roberto Speciale.
A metà dicembre ha lasciato l’agenzia Mario Rosso, che ha passato il testimone a Giuseppe |

Pierluigi Magnaschi e Carlo Gambalonga |
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Cerbone, già amministratore dell’Ansa dal ’98 al 2003.
Il terzo tempo è arrivato il 15 febbraio quando Gramaglia ha diffuso un corposo ordine di servizio che sistema per la prima volta in maniera organica il vertice dell’agenzia. Con l’occasione il direttore ha fissato anche paletti precisi per evitare forzature, sconfinamenti e colpi di mano. “Tutto quanto non fa espressamente oggetto di delega – è scritto nell’ordine di servizio - s’intende riferito direttamente al direttore. Le deleghe ai vice direttori sono ovviamente funzionali alla fase di analisi, approfondimento e proposta, restando al direttore le decisioni finali”.
Nelle due pagine la notizia di maggior rilievo è la promozione a vice direttore del capo del politico Paolo Corallo, che riceve le deleghe “al personale, ai rapporti sindacali e alle relazioni con le istituzioni centrali”.
Cinquantasei anni a luglio, natali milanesi e radici a Siracusa, dove ha trascorso infanzia e adolescenza, maturità classica e studi di giurisprudenza interrotti per cominciare a lavorare, Corallo fa il praticantato con Vittorio Schiraldi all’agenzia romana dei Diari, i quotidiani inventati da Giancarlo Parretti, e alla Sicilia di Mario Ciancio Sanfilippo; da professionista lavora all’ufficio stampa della federazione tessili della Cgil, prima di avviare una collaborazione per l’economia con l’Ansa, seguita dall’assunzione al politico nell’aprile del 1987; cinque anni dopo è redattore esperto, nel ’95 inviato, nel ’97 vicario del politico, di cui diventa responsabile nel 2004.
Passiamo alle deleghe degli altri vice direttori: “Francesco Bianchini esercita la delega al notiziario. Il vice direttore Giulio Pecora mantiene la delega alle relazioni con le consorelle straniere e con gli organismi internazionali di concertazione fra i media, oltre che con le istituzioni internazionali”.
E il vice direttore vicario? A Carlo Gambalonga vengono riservate sei righe, tante, troppe: “Gambalonga è il coordinatore delle sedi regionali ed è responsabile delle relazioni con le istituzioni regionali e locali. Gli vengono,
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Boris Biancheri e Mario Rosso
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inoltre, assegnate le deleghe per l’innovazione strategica, in particolare per l’area immagini (foto e video), e quelle per l’attuazione del piano di riorganizzazione e per la gestione dei riflessi che le nuove esigenze emerse hanno sugli assetti Ansa in America latina”. |
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Secondo i sostenitori del vicario, decisamente diminuiti negli ultimi mesi, l’ordine di servizio è un successo per Gambalonga, perché viene confermato numero due e acquisisce due nuove deleghe: l’area immagini, con foto e video, e l’America latina. Ma è una lettura che non convince.
Innanzitutto, fanno osservare a via della Dataria, Gambalonga non ha più la delega al personale, delega cruciale per la gestione del potere interno, affidata a Corallo, a conferma di una linea apparsa chiara già in autunno ed evidenziata dalla lettura incrociata dei giornali specializzati, con Prima comunicazione che si affannava a scrivere di Rosso e Gambalonga in sella e di Gramaglia in bilico (con Marcello Sorgi pronto a subentrare), mentre Dagospia, il sito sempre molto informato di Roberto D’Agostino, già annunciava “l’avocazione” della delega al personale.
In secondo luogo, le altre sono deleghe minori; un esempio: il vicario ha i rapporti con le istituzioni, ma regionali e locali, mentre le istituzioni centrali sono affidate a Corallo.
Gambalonga è abbottonato, ma a giudicare dall’umore sembra condividere la seconda lettura, anche perché le deleghe da gestire lo portano lontano da Roma, in giro per l’Italia e, se occorre, in America latina, ma appare deciso a difendere il potere e gli spazi conquistati in trenta anni trascorsi all’Ansa. |
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