Che avrebbe
detto Giancarlo?

LIBERTÀ D'ESPRESSIONE, diritto di critica e di cronaca: dopo sette anni e mezzo, con una sentenza netta, Iustitia e Chiaia Magazine hanno avuto ragione su come raccontarono e documentarono l'edizione del 2012 del Premio Siani, in cui fu premiato un libro "impremiabile".
La notizia della sentenza, che sancisce un’azione non legale avvenuta in

un premio fondato sul primato della legalità, è stata ignorata dal mainstream mediatico locale, solitamente pronto a sbandierare e a onorare il ricordo di Giancarlo Siani, e, cosa ancora più

Max De Francesco, Giordana Moltedo e Vanna Morra

grave, dagli ideatori e dai registi del premio, forse per distrazione, indole inguaribile all’omologazione o volontà di non esporsi sull’accaduto perché non è mai il momento giusto per farlo.
Sul network social di Chiaia Magazine e sulla mia pagina di Facebook, la notizia è circolata tra like, condivisioni e commenti. La maggior parte degli intervenuti si domanda perché gli organizzatori non abbiano al momento detto e fatto nulla dopo la sentenza.
Giulio Adinolfi
scrive: “Il silenzio della giuria vedrai che perdurerà»; Benedetta De Falco: «Non sapevo nulla! Che vergogna gli organizzatori»; Vanna Morra: «Sia sempre salvaguardata la libertà d’espressione. Secondo me i promotori del Premio Siani dovrebbero dire qualcosa»; Alberto Postiglione: «Gli organizzatori dovrebbero delle scuse»; Giordana Moltedo dalla sua pagina Facebook: «Non vi nascondo che è triste e assordante il silenzio dei responsabili. Allora la domanda sorge spontanea: può un premio alla memoria di Giancarlo Siani restare nelle mani di una persona che non aveva i requisiti per vincerlo? Quando si esprimeranno gli organizzatori sulla sentenza?»; Espedito Pistone: «Dispiace sempre quando la libertà di parola finisce in tribunale e non rimane, come dovrebbe essere, nel fertile terreno del civile confronto».
A dispiacere ancora di più è la posizione del fratello di Giancarlo e del magistrato Armando D’Alterio, nel 2012 presidente di giuria, così titubanti nel pronunciare una parola decisiva e chiara su un’edizione in

Giulio Adinolfi, Benedetta De Falco e Alberto Postiglione

cui è stata ratificata la violazione del regolamento da parte del vincitore.
Che avrebbe detto Giancarlo? Se avete qualche minuto, recuperate la versione integrale della sentenza pubblicata da

Iustitia. Leggetela con attenzione e soffermatevi sulla cura con cui il giudice Fiammetta Lo Bianco ricostruisce i fatti, analizzando in modo impeccabile persino i titoli dei pezzi ritenuti, a torto, diffamatori.
Un consiglio di lettura che faccio soprattutto ai “giornalisti giornalisti”.

Max De Francesco
direttore del mensile Chiaia Magazine