Vogliamo parlarne? E allora parliamone.
La vicenda Cafiero-Messina viene da lontano. Da raccomandazioni forti, da pressioni politiche, ma soprattutto da collegamenti stretti tra sindacati, Ordine dei giornalisti, aziende editoriali e scuole di giornalismo. Queste stesse scuole in cui insegnano illustri direttori e caporedattori, sindacalisti e giornalisti professionisti fanno saltare a piè pari anni di gavetta e di sudore ai "fortunati" praticanti che con "modiche" cifre possono permettersi di acquistare un bene primario: il tesserino da professionista. Poi i neo professionisti, che pure hanno pagato (dodicimila euro alla scuola del Suor Orsola Benincasa, diretta da Lucio D'Alessandro, ndr), da qualche parte devono essere sistemati! E allora i capiredattori e i direttori se li passano da una redazione all'altra. Assumendoli con contratti a tempo determinato e buttando nel cestino i diritti dei precari storici. Noi, quei poveri trentenni sudati e aggavettati da anni di soprusi e di sfruttamento, laureati, specializzati, della carta stampata, delle agenzie e delle tv private, rimarremo sempre nel limbo del sottoproletariato intellettuale incapaci di entrare in un sistema in cui la meritocrazia non è mai esistita e il clientelarismo è una dittatura. Invito tutti voi precari ad esprimere a voce alta il vostro disappunto per quello che sta accadendo alla nostra categoria. Professionalità, bravura e passione non rappresentano più unità di misura valide e a questo vi dico noi non ci dobbiamo stare!!!
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