Per Kiss Kiss débâcle in
Cassazione dopo 15 anni

NEL LUGLIO DEL 2001, prima con le ferie forzate e poi con il licenziamento, è iniziata la tormentata e lunghissima vicenda giudiziaria di due giornaliste napoletane, Annarita D’Ambrosio e Pina Esposito, uniche redattrici di Radio Kiss Kiss, l’emittente controllata a vario titolo dai fratelli Niespolo (Lucia, Antonio, Marcello e Davide).
Brevissima digressione sulle croniste: Annarita D’Ambrosio, napoletana, quarantotto anni, da diciassette professionista, si è trasferita a Milano e dal 2002 lavora a Radio 24, l’emittente del quotidiano di Confindustria e ha i gradi di capo servizio; Pina Esposito, napoletana, cinquantaquattro anni, da diciannove professionista, dall’agosto del 2003 è cronista di Sky Tg24 con

sede Roma. E torniamo al confronto nelle aule di tribunali e corti d’appello.
Dopo qualche anomalia e sette decisioni della magistratura (rito d’urgenza ex articolo 700, chiesto dalle licenziate nel gennaio 2002 con l’assistenza dell’avvocato lavorista Guido Grassi, che ancora oggi le difende; reclamo; decisione di primo grado; sentenza d’appello; giudizio di rinvio della Cassazione; ancora appello, questa volta a Salerno; nuovo

Lucia Niespolo (*)

giudizio di rinvio della Corte suprema. Con il provvedimento depositato in cancelleria il 15 aprile scorso dalla sezione lavoro della Cassazione (Vittorio Nobile presidente, consiglieri Giuseppe Bronzini, Federico Balestrieri, Irene Tricomi e la relatrice Lucia Tria) la vicenda finalmente ha imboccato, salvo sorprese sempre possibili nelle aule di giustizia, la dirittura finale.
Nel provvedimento vengono smontati i passaggi su cui è costruita la sentenza della Corte d’appello di Salerno. Facciamo un esempio: il giudice Lucia Tria chiarisce che l’allegato M del contratto di lavoro del novembre 1995 riguarda soltanto “materiale integrativo, finalizzato all’arricchimento del prodotto informativo”, cosa che non è avvenuta in questa vicenda, anzi “la violazione della suddetta norma è ancora più evidente” nel caso di Radio Kiss Kiss “in cui la esternalizzazione ha comportato la soppressione della stessa occupazione giornalistica”.
Ricorda poi che la Corte d’appello di Salerno ha “travalicato i limiti posti sia dalla sentenza di rinvio (della Cassazione, ndr) sia dalla domanda della

Guido Grassi

parte resistente (le due giornaliste, ndr)”. E spazza via anche la tesi che i dipendenti della radio fossero meno di quindici perché “al 31 luglio del 2001, come risulta dal sito Internet dell’emittente, erano alle dipendenze 37 lavoratori”.  
Il giudice tira allora le conclusioni: “vanno accolti il primo, il terzo e il quarto motivo, mentre il secondo va dichiarato assorbito (quindi tutti i ricorsi presentati dalle giornaliste, ndr). Il ricorso

incidentale (presentato da Radio Kiss Kiss, ndr) deve essere respinto e la sentenza impugnata deve essere quindi cassata, con rinvio, anche per le spese del presente giudizio di Cassazione, alla Corte d’appello di Salerno, in diversa composizione, che si atterrà, nell’ulteriore esame del merito della controversia, a tutti i principi su affermati”.
Non resta ora che l’ottavo, e ultimo, appuntamento giudiziario: è fissato davanti alla Corte d’appello di Salerno per il prossimo 26 ottobre.

(*) Da www.wikipedia.org