La II guerra mondiale
venne decisa a Scafati

Il 25 aprile al tg campano delle 14 in collegamento da Scafati c'è Rino Genovese che dedica otto minuti a illustrare le meraviglie del comune dell’Agro nocerino sarnese. Questo il testo del servizio
 
Rino Genovese. Con il ritmo trascinante delle tammorre buon pomeriggio da Scafati, il comune più popoloso dell’Agro nocerino sarnese e patria di una delle tammorriate più antiche della Campania, i maestri di tammorre di Scafati sono conosciuti in tutti il mondo, ma qui la tammorra non si suona soltanto, si costruisce anche ed è pregiatissima.
Allora, la tammorra viene fatta da un pezzo di legno di faggio chiuso a cerchio e poi viene ricoperto da una pelle di capra e poi ci vengono messi i sonagli.
Genovese. Antonio Leone è uno dei più grandi maestri di tammorra della Campania. Ma non solo tammorra, lo dicevate da studio, Scafati è medaglia d’oro alla resistenza. Qui si costituirono i primi gruppi partigiani del Sud Italia. Signor Gennaro quanti anni ha?
Novantaquattro.
Genovese. Uno di più anziani partigiani italiani. Con il Queen's Royal Regiment a Scafati i partigiani combattettero una battaglia forse decisiva per la II guerra mondiale e allora con questi uomini, con questi eroi iniziamo il nostro viaggio nella Venezia del sud. Divisa in due dal fiume Sarno, il suo nome deriva da “scafa” ovvero imbarcazione fluviale, Scafati la città sul fiume, la piccola Venezia del sud. Dove oggi si passeggia o si va in bici sorgevano mulini, lungo i canali veniva trasportata farina e polvere da sparo. A Scafati Ferdinando II fece costruire l’unico polverificio del regno delle Due Sicilie.
Questi sono i cannoni più antichi del regno delle Due Sicilie, datazione 1773, proprio qui, nel Real Polverificio Borbonico venivano assemblate le polveri da sparo che tramite poi i canali del fiume Sarno arrivavano a mare e a Napoli e armavano la Regia Marina.
Genovese. Canali e ponti che sono entrati nella storia. Il 28 settembre 1943 su questo fiume fu combattuta una battaglia che segnò le sorti della II guerra mondiale. Un ponte fondamentale per l’avanzata degli alleati, sbarcati a Salerno, per i tedeschi andava distrutto. Il coraggio dei partigiani scafatesi e del leggendario ufficiale Michael Forster lo salvarono, un gesto eroico ricordato solennemente ogni anno. Un ponte sul quale decise di fermarsi anche la statua della Madonna, che scelse così il paese di cui diventare patrona: Santa Maria delle Vergini. Nella chiesa in stile rinascimentale con il campanile in pietra lavica vesuviana, un maestoso polittico cinquecentesco in dodici riquadri e la statua della Madonna incinta, venerata come protettrice delle partorienti, festeggiata da tutto il popolo nell’ultima domenica di luglio.
Città dalle grandissime tradizioni artigianali, la storia di Scafati è fortemente legata alla storia del tessile. Sui tessuti di lino, vedete, si dipinge, ma guardate che opere d’arte: broccati, arazzi, tutti lavorati dagli antichi telai scafatesi dove è molto fiorente un’altra produzione: la pittura su vetro secondo quale tecnica?
Della fusione.
Genovese. Questi sono i pastori di Scafati, in legno e terracotta, tradizione del Settecento, esportati in tutto il mondo. E il signor Pasquale ha in mano un oggetto molto caratteristico.
Sai come si chiama questo? O circhio ‘e legn.
Genovese. E allora con il “circhio” del signor Pasquale, il bellissimo carrettone, coloratissimo, infiorato, al suono delle tammorre entriamo in un’altra chiesa, per un’altra grande manifestazione. È scandita dalle tammorre la festa della Madonna dei Bagni, una delle sette madonne campane, venerata in un santuario seicentesco, la Madonna della fonte miracolosa.
La tradizione vuole che i fedeli tocchino il marmo impregnato, delle lacrime della Madonna e guardando l’icona affidino la loro esistenza a Maria di Nazareth.
Genovese. Città dalla profonda religiosità con decine di magnifiche chiese, ancora visibili le mura del 1300 dell’abazia Real Valle costruita da Carlo I d’Angiò. Alberi secolari, montagnole, laghetti, giardini e piante da record. Questa è una delle ‘coupe spectabilis’ più grandi e più antiche d’Europa. La Villa comunale di Scafati, il giardino con maggior varietà di piante del Sud Italia. Da palazzo Mayer al centro storico il ricordo delle grandi tradizioni artigianali; nel quartiere dei vetrai si allestisce uno dei presepi viventi più belli della Campania e il nome Mayer riporta alla storia del tessile scafatese.
È  una macchina che ha circa un secolo di vita che noi utilizziamo per fare tessuti baroccati, tessuti speciali.
Genovese. Un terreno vulcanico fertilissimo, Scafati, famosa per lavorazione dei pomodori e città dei fiori: i coloratissimi e profumatissimi prodotti di queste serre sono richiesti in tutta Italia. Ed eccola la “scafa”, il simbolo di Scafati, circondata da un trionfo di colori, di profumi, sono i meravigliosi fiori allestiti dai vivaisti e dai fioristi di Scafati. Un terreno fertilissimo, dicevamo, vedete cosa produce: questa è la zucca lunga di Bagni che caratterizza un po’ tutta la gastronomia scafatese.
Come il risotto ai funghi porcini, zucca e carciofi.
Genovese Ma io vedo la crema di zucca praticamente dappertutto.
Ravioli, fusilli e gnocchi.
Genovese. Non solo zucca, un altro famosissimo prodotto di Scafati è il pomodoro. 
Il pomodoro San Marzano coltivato nel nostro, diciamo, orto scafatese. Lo utilizziamo in tanti modi: dal passato al secco, al tagliato, fatto in guazzetto, in umido, in tantissimi modi possibili.
Genovese. Quel simpatico piatto.
Si, quelli là si chiamano gli “iammarielli” nel dialetto nostro, però in italiano: i gamberetti di fiume, pescati qua vicino, sia nella versione in guazzetto che fritti e anguille, chiocciole, sono tutti prodotti nostri tipici di Scafati
Genovese. Andiamo più avanti per parlare ancora di tipicità.
Carciofi arrostiti. Il carciofo è nato a Scafati veramente con il rosso, sai che ci mette la testolina sopra per tenerlo tenero e dargli il colore; poi “a favz parmigiana”
Genovese. Questa è la “falsa parmigiana” di Scafati.
Perché non avevamo i soldi per le mozzarelle e allora si facevano le melanzane dorate e fritte e facevamo la parmigiana.
Genovese. Perfetto! Con tutti questi prodotti, soprattutto la zucca, la gastronomia continua anche nel versante dolci, vedete anche i dolci con la zucca. Sono tantissimi i piatti, tutti stupendi.
Signor sindaco, abbiamo visto di tutto, una tradizione straordinaria, manifestazioni, cultura, arte, storia, medaglia d’oro alla resistenza, ma in quale altro modo state lavorando per attrarre turismo a Scafati.
Pasquale Aliberti, sindaco di Scafati. Diciamo innanzitutto che questa è una città cresciuta a dismisura soprattutto negli ultimi anni. Siamo passati dai 30.000 a più di 50.00 abitanti. Abbiamo lavorato soprattutto sull’identità della città provando a rafforzare quelle che sono le tradizioni. La riqualificazione urbana, i tanti cantieri che abbiamo aperto, hanno servito soprattutto insomma a riqualificare la città, però le tradizioni, quelle vere, la festa della Madonna delle Vergini, la tammorra di Bagni e poi il 28 settembre la cacciata dei tedeschi da Scafati, sono momenti straordinari importanti per la città perché servono soprattutto a trasferire alle giovani generazioni la storia di questo paese.
Genovese. E allora non ci resta che invitare tutti a Scafati. Da piazza Vittorio Veneto è tutto, linea allo studio.