Casarin non
si scusa più

GENNARO SANGIULIANO punta a oscurare i predecessori illustri al dicastero della Cultura come Giovanni Spadolini e Alberto Ronchey. Quindi presenzialismo sfrenato e dichiarazioni a raffica su tutto.
Il 12 maggio è a Napoli, al San Carlo, per ascoltare Bono, con visita all’artista irlandese e sosta, ovvia, davanti a microfoni e telecamere. Poi non si ritira ma punta sul Museo archeologico nazionale per la Notte europea dei musei al prezzo simbolico di un euro con la nuova sezione di ‘Statuaria Campana’ e la mostra ‘Picasso e l’antico’. Anche qui il ministro non si risparmia con dichiarazioni e riprese televisive.

Il giorno successivo il direttore della Testata giornalistica regionale Alessandro Casarin chiama la redazione Rai di Napoli per intimare la messa in onda di un servizio su Sangiuliano al

Alessandro Casarin e Gennaro Sangiuliano

Mann. Qualcuno gli fa notare che non hanno immagini. “Compratele”, è la replica secca. Arriva la seconda e, in teoria, definitiva obiezione: “non possiamo mandare in onda le dichiarazioni di un politico in una giornata di silenzio elettorale”.  E altrettanto secca, e sbagliata, è la risposta: “il governo è di tutti”. Il risultato è che il servizio su Sangiuliano al Mann va in onda domenica 14 al tgr delle 14.
Direttori Rai appiattiti davanti ai desideri dei politici non sono una novità. Nel caso di Casarin c’è però un ulteriore elemento negativo.
Nel maggio di quattro anni fa nella rubrica ‘Il Settimanale’ venne trasmesso un servizio con le dichiarazioni del ministro Matteo Salvini e del sindaco di Napoli Luigi De Magistris. Di fronte alle proteste di molti esponenti politici Casarin dichiarò: “ho subito chiesto di appurare la catena di responsabilità che ha causato questo incidente. Per quanto mi riguarda chiedo scusa a tutti per quanto accaduto”.
Per il servizio su Sangiuliano è piuttosto facile “appurare la catena di responsabilità” perché i redattori di via Marconi hanno provato a fare i ‘giornalisti’ ma qualcuno lo ha impedito.