Non è voto di scambio

E ora il Papa può dedicarsi alla riorganizzazione di una Chiesa malandata, dopo aver scongiurato il rischio di un coinvolgimento in un fosco episodio di cronaca nera. Perché hai voglia a mostrarti educato e riservato, a salutare tutti quando arrivi (Buonasera, sono Francesco, vengo da lontano) e quando te ne vai (Buonanotte, ci vediamo presto). La verità è che nell’immaginario comune l’imboscata, la congiura, la trama nell’ombra, accompagnano da sempre i gesuiti (sarà perchè nel 1534 lo sponsor della loro fondazione fu Francesco Borgia, uno che se ne intendeva di questi argomenti). Chissà. Sta di fatto che neanche aveva fatto in tempo a togliere la tonaca nera per mettere la bianca da papa che già Jorge Mario Bergoglio si era ritrovato coinvolto in una strage. Lo scoop, tempestivo (forse troppo), era stato del Corriere dell’Umbria che il 14 marzo, all’indomani della sua elezione a successore di Joseph Ratzinger, aveva svelato tutti i retroscena di un tragico fatto di sangue avvenuto il 6 marzo a Palazzo Broletto, sede della Regione Umbria, dove un imprenditore che si era visto rifiutare un finanziamento aveva fatto irruzione e poi sparato all’impazzata uccidendo due impiegate. I segugi del Corriere dell’Umbria avevano raccolto le prove di una regia occulta e il 14 marzo una locandina impietosa aveva svelato tutti i presunti retroscena del dramma di Perugia.
Bene, ora Bergoglio può dedicarsi a cose più tranquille: i pedofili travestiti da preti che infestano parrocchie e curie, l’allegra e disinvolta gestione finanziaria dell’obolo di san Pietro, la nomina dei nuovi vertici del Vaticano, tra cui quella del Segretario di Stato. E qui ci sono già le prime indiscrezioni e le prime candidature.
Il Mattino lancia le primarie a favore di Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli, e lo fa attraverso una prima convention, un servizio della double face Rosanna Borzillo, contemporaneamente giornalista di Nuova Stagione, il settimanale della Curia partenopea, e collaboratrice del giornale del Chiatamone quando si deve parlare di Curia (è la famosa notizia superdoc che sta bene a Sepe, e si capisce, e viene subìta dal direttore Alessandro Barbano e dal capo cronista Paolo Russo, e forse si capisce meno). E adesso, se permettete, Borzillo è legittima aspirante alla qualifica di vaticanista.
Il 17 marzo Sepe, con titolo a tutta pagina, dice: Io segretario di Stato? Chiedetelo al Papa. E la cronista, nel suo servizio, ci racconta anche aneddoti gustosi riferiti da Sepe e relativi al recente conclave.
A Bergoglio piacciono i dolci napoletani, e il nostro cardinale ha promesso di portargli quanto prima una guantiera. Non è voto di scambio, ma un garbato atto di rispetto per il principale, tattica di cui è stato maestro riconosciuto Giggino Cesaro che inviava ogni settimana venti chili di mozzarella di bufala a Silvio Berlusconi.
Uno degli aspiranti più accreditati al ruolo ricoperto da Tarcisio Bertone sembra essere Carlo Maria Viganò, originario della provincia di Varese, il cui dolce tipico si chiama Dolce Amor (farina di mais, burro, zucchero e uova). Ma non c’è partita: parafrasando Pier Capponi, se voi sfornerete il vostro dolce amor noi inforneremo il nostro babà.

Abel Fonseca

Locandina del 14 marzo


(*) Da www.wikipedia.org
(**) Da www.elcorreo.com
 
Jorge M. Bergoglio (*)
Joseph Ratzinger
Crescenzio Sepe
Rosanna Borzillo
Paolo Russo
Luigi Cesaro
Silvio Berlusconi
Tarcisio Bertone (*)
Carlo Maria Viganò (**)