Mattino, lo sport finisce al San Paolo

Con la vittoria conquistata il 2 marzo al torneo di Dubai e la finale raggiunta, e persa il 17 marzo contro l’austriaco Dominic Thiem, all’Atp 1000 di Indian Wells Roger Federer ha dimostrato che è ancora ai vertici del tennis mondiale. E ha smentito chi dopo l'eliminazione al primo slam dell’anno, l’Australian Open di Melbourne, l’aveva dichiarato finito.
Il 20 gennaio il trentasettenne svizzero viene battuto negli ottavi di finale dal ventenne greco Stefanos Tsitsipas. Un risultato clamoroso lanciato con grande rilievo da tutti i media del mondo. In Italia il 21 gennaio Repubblica ha una grande foto in prima con l’abbraccio tra Federer e Tsitsipas e un’intera pagina all’interno con servizi firmati da Paolo Rossi e Gianni Clerici. Identica scelta fa il Corriere della sera: in prima fotone con il titolo “Il lungo addio di Federer”; all’interno una pagina con un articolo e due opinioni a confronto sul tramonto del campione svizzero: per Gaia PiccardiSenza la luce di Roger sarà un tennis più povero”; per Marco ImarisioLo sport continua dopo di lui”.
Sugli Australian Open il Mattino di Federico Monga in prima non ha niente. All'interno ci sono diciotto pagine di sport, cucinate dal team formato dal capo Francesco De Luca, Cristiano Tarsia vice, Bruno Majorano, Pino Taormina e Riccardo Ventre.
Queste le aperture di pagina: Napoli show; nel segno di Callejon e Milik; Fabian è una diga; la fine del digiuno; finalmente la cazzimma; latifondista Fabian; Quagliarella e Zapata; le classifiche; Juve Stabia un poker da leader; muro Salernitana. Viste le prime dieci pagine passiamo alle seconde otto: Benevento, la spesa in A; Celiento si scatena; sgambetto Sorrento; il Savoia vince ancora; l’Afragolese riparte; rimonta del Vico; il Sant’Agnello non sbaglia; il Villaricca archivia la pratica San Giorgio.
Come si legge sono tutti titoli e servizi imperdibili e quindi non c’è spazio neanche per tre righe tre sullo slam australiano.

Martin Beck

 
Dominic Thiem
Gianni Clerici
Marco Imarisio
Fabian Ruiz