Il Mattino nasconde
i sigilli ad Anacapri

NEL GIORNO DEI sigilli posti dalla magistratura alla villa di Anacapri abitata dal presidente della Fiat Luca Cordero di Montezemolo l’unico quotidiano che ha spedito a Capri un giornalista è stato il Mattino. E l’unico quotidiano che il giorno dopo non ha pubblicato la notizia è stato il Mattino.

Il 13 novembre a via Chiatamone l’allarme per i sigilli e il sequestro di Villa Caprile (decisi dal procuratore aggiunto Aldo De Chiara, e dal pm Milena Cortigiano) arriva presto e lo fa squillare la corrispondente Anna Maria Boniello. Nella riunione di redazion


Francesco Gaetano Caltagirone e Luca Montezemolo

e delle 11 con i capi settore Virman Cusenza, il direttore a cui l’editore Caltagirone ha affidato ad agosto l’eredità di Orfeo, suggerisce correttezza e distacco e decide spedire un inviato sull’isola per dedicare agli abusi di Anacapri una pagina con tre pezzi. La missione viene affidata al cronista di giudiziaria Giuseppe Crimaldi che è in tribunale per un’udienza del processo su Calciopoli (tra i testi da sentire è annunciato l’allenatore del Chelsea Carlo Ancelotti, che non si presenterà).
A metà pomeriggio Crimaldi rientra al giornale per scrivere; intanto i pezzi sono diventati due e la pagina si è dimezzata. Poco dopo le venti anche Ansa Napoli ‘lancia’ la notizia con una take firmato da Franco Tortora. Intorno alle 21, su disposizione del direttore o del numero due Antonello Velardi, il redattore capo Antonino Pane comunica a Francesco Vastarella, responsabile di turno del settore Grande Napoli, che l’apertura di pagina è cambiata. Montezemolo scompare dalle pagine del giornale: dai capi nessuna spiegazione; in cronaca facce sorprese e perplesse, ma tutti zitti. E non si muove neanche il comitato di redazione che nessuno vuole mettere in moto.
C’è allora da chiedersi chi ha telefonato ai vertici del giornale per imporre il silenzio su villa Caprile. “Io penso – obietta uno dei redattori – che la


Virman Cusenza e Aldo De Chiara

domanda sia un’altra, dal momento che si può immaginare chi sia intervenuto. La domanda è: che senso ha censurare una notizia che danno tutti, non solo i quotidiani più importanti, ma anche le agenzie, le testate on line, le televisioni nazionali e locali? Seguendo le

indicazioni del direttore, saremmo usciti meglio degli altri marcando un ruolo di leader nell’informazione regionale. Uscendo con il buco in pagina abbiamo soltanto certificato che da noi le notizie possono anche prendere la strada del cestino e abbiamo incassato un altro autogol”.