Videocomunicazioni,
spaccatura tra i soci

ALL'ORIZZONTE SI addensano nuvole nere per Videocomunicazioni, la società che il paziente e accanito lavoro di Franco Aulisio, scomparso tre anni fa, aveva fatto diventare l'agenzia leader a Napoli e in Campania nella fornitura di servizi e immagini per le tv locali e nazionali.
La situazione tra i soci è precipitata al ritorno dalle vacanze con una rottura in due tempi: il due settembre viene allontanato dagli uffici di via Tasso Giulio Di Donato, che di fatto nell'ultimo anno era stato una sorta di direttore e manager dell'agenzia; a metà ottobre arriva la contromossa
dell'ex vice segretario nazionale del Psi che con la Pptp (una sigla che sta per Post produzione televisiva e pubblicità) porta con sé alcuni fedelissimi e installa la sua società negli uffici di via Tasso. Si è così creata una situazione di divorziati
Franco Aulisio, Pier Paolo Petino e Aldo Trifuoggi
coabitanti, ma la coabitazione non dovrebbe durare a lungo perché il proprietario della sede, l'imprenditore Tito Giandonato, l'ha messa in vendita.
Sin dalla morte di Franco Aulisio era apparso evidente che la società avrebbe dovuto affrontare una ristrutturazione profonda . "Anche se alla guida della società - dichiarava a Iustitia nel settembre 2000 un tecnico che aveva lavorato per anni con Aulisio - arrivasse un professionista di capacità straordinarie rischierebbe di non raggiungere gli stessi risultati degli anni precedenti perché Franco dedicava all'agenzia tutte le sue energie, giorno e notte. E anche l'organizzazione di un'azienda costruita intorno a un solo uomo andrà radicalmente rivista".
Per l'eredità del fondatore e direttore di Videocomunicazioni viene trovata una soluzione in casa, con il testimone affidato alle figlie del fratello Giuseppe: Francesca e Maria Chiara Aulisio.
La prima, Francesca, trentaquattro anni, pubblicista con scarsa esperienza nel campo dell'editoria, direttore responsabile dell'agenzia, diventa alla fine dell'agosto 2000 amministratore unico di Videocomunicazioni, oltre ad essere titolare del 40 per cento dei 98mila euro di capitale della società. Le altre due socie sono Emilia Nicolella, moglie di Di Donato e zia delle Aulisio, che ha il 40 per cento della società e, con il 20 per cento, Erminia Severino, figlia di Giovanni Severino, storico socio di Franco Aulisio ed ex presidente dell'agenzia.
La seconda, Maria Chiara, trentasei anni, da undici professionista, capo servizio in cronaca al Mattino, dà una mano dall'esterno.
A rafforzare la squadra da oltre un anno è approdato negli uffici di via


Nino Nicois e Lucio Varriale

Tasso Giulio Di Donato, dal 1984 iscritto all'albo degli avvocati del foro di Napoli, dal febbraio '99 giornalista professionista, che a fasi alterne ha seguito le vicende dell'agenzia anche negli anni precedenti; basti ricordare che nel '94 la carica di amministratore delegato dell'agenzia viene affidata ad
Aldo Trifuoggi, per anni stretto collaboratore di Di Donato.
L'avvocato, come lo chiamano in redazione, che è legato alle Aulisio da un rapporto di parentela (la madre di Francesca e Maria Chiara e la moglie di Di Donato sono sorelle), grazie alla rete dei suoi rapporti contribuisce ad incrementare il fatturato della società. Perché allora la rottura?
L'ex deputato sceglie la strada del sottotono e della riservatezza: "Ormai faccio cose poco importanti; in ogni caso quello che faccio non interessa più a nessuno". Francesca Aulisio dà appuntamenti telefonici che non mantiene. E allora non resta che avanzare delle ipotesi, anche sulla base dei sussurri che arrivano dalla redazione di via Tasso, dove i dipendenti sono abbottonati e preoccupati.
Più d'uno insiste su una rottura dovuta soltanto a motivi personali, cioè al mancato feeling tra Di Donato e Pier Paolo Petino, trentadue anni, da sei professionista con praticantato alla redazione napoletana del Tempo guidata da Giovanni Lucianelli, compagno di Francesca Aulisio, a settembre rientrato con i gradi di redattore capo a Videocomunicazioni dopo un anno di distacco.
Per altri all'origine dei contrasti ci sono i problemi giudiziari non ancora risolti di Giulio Di Donato, uno dei pochi politici della Prima Repubblica colpito e affondato dalle indagini della magistratura. Sarebbero vicine scadenze importanti e sentenze sfavorevoli danneggerebbero l'immagine della società.
Mentre si consuma a puntate la spartizione di uomini (i primi a passare con la Pptp sono stati il responsabile dei servizi tecnici Marco Ruocco e la segretaria Rosaria Cuomo) e apparecchiature, già si registrano o si delineano riflessi sul fatturato. Un calo dovuto a una situazione in rapido mutamento, con il passaggio dal quasi monopolio di alcuni anni fa a un
mercato sempre più affollato: alcune realtà si sono via via consolidate, nuovi soggetti si presentano aggressivi a contendere gli appalti.
Tra le realtà in crescita c'è Prima pagina, una srl fondata nel gennaio del 2001 da Renato

Lucia Annunziata, Flavio Cattaneo e Claudio Petruccioli
Carbone, Ciro Fusco e Nino Nicois, che ha un fatturato annuo di poco superiore ai centomila euro e un organico di cinque unità tra dipendenti e collaboratori fissi.
Tra le new entry c'è invece la Julie, una srl controllata dall'editore di Telelibera Lucio Varriale, con amministratore unico Clotilde Ceniccola. La Julie ha avviato il pressing sulle tv locali, sta trattando con Mediaset, società con la quale anche Di Donato ha buoni rapporti, ed è decisa a intaccare la torta Rai. L'undici settembre dagli uffici del centro direzionale è partito un attacco frontale a Videocomunicazioni accusata di avere "già da qualche lustro" un "esclusivo appannaggio" sugli appalti della sede Rai di Napoli. La lettera, con in calce la firma della Ceniccola, è indirizzata ai vertici della Rai Lucia Annunziata e Flavio Cattaneo, al Garante della concorrenza Giuseppe Tesauro, al presidente del Corecom Campania Samuele Ciambriello e al presidente della commissione parlamentare di vigilanza Rai Francesco Storace (per la verità, dopo il presidente della Regione Lazio, l'incarico è passato a Mario Landolfi e ora è affidato a Claudio Petruccioli) . Nella lettera viene tirato in ballo Massimo Milone, responsabile della redazione di via Marconi, il quale in maniera informale avrebbe assicurato che il problema verrà affrontato in tempi brevi.
Le operazioni in corso non sembrano preoccupare più di tanto i dirigenti della società fondata da Franco Aulisio, convinti che Di Donato si concentrerà soprattutto sull'attività di produzione, magari


Samuele Ciambriello e Massimo Milone

esportando il suo know how a Roma, più che dedicarsi ai servizi giornalistici.
"La situazione - garantiscono a Videocomunicazioni - è assolutamente sotto controllo. C'è stata una rotazione nel settore tecnico, ma chi è andato via è già stato sostituito. A breve cambieremo sede e ci trasferiremo nell'area di
Bagnoli, secondo un piano in cantiere da tempo. In ogni caso sul fronte dei servizi alle tv non temiamo concorrenza. Videocomunicazioni è l'unica agenzia giornalistica televisiva d'Italia che, da oltre dieci anni, ha il riconoscimento del dipartimento editoria della presidenza del Consiglio. Una patente di qualità che consente a chi si abbona per ricevere i nostri servizi di ottenere il rimborso dell'ottanta per cento delle spese sostenute. E perché le tv locali dovrebbero rinunciare a questa opportunità?"


 

L'agenda è uno strumento di lavoro, ma anche, da tempo, un veicolo di informazione, spesso alternativa, dal basso. E di una informazione non omologata sulla giustizia (sulla giurisdizione assai più che sui magistrati) c'è oggi bisogno, in un periodo in cui dominano il falso (ripetuto ossessivamente per farlo diventare verità) e la rimozione.
Nasce da qui il progetto di agemda, rivolto ai magistrati, agli avvocati, ai giuristi, alle forze sociali, alla società civile, a tutti quelli che si interessano di giustizia.
È, insieme, uno strumento di servizio (con una raccolta di siti e di riferimenti telefonici utili) e di informazione, attraverso una lettura per date, e per flash, di alcune vicende della giustizia nel nostro paese a partire dal dopoguerra. Non è, né potrebbe essere, una storia, e neppure, un frammento di storia; è piuttosto un viaggio in cinquant'anni e più di vicende del bel paese. Come tutti i viaggi è incompleto e frammentario; soprattutto risente dell'esperienza e della sensibilità di chi lo
ha curato. È, in ogni caso, un viaggio
laico
: senza trionfalismi sulla giurisdizione (che è, in realtà, un sistema complesso in cui le pagine alte si affiancano alle cadute
e alle inadeguatezze) e inquieto nell'interrogarsi su quale giustizia. Com'è
la storia e l'esperienza di Magistratura democratica.
Mi hanno dato suggerimenti e indicazioni in molti: più degli altri Stefano Erbani, Antonio Ingroia, Juanito Patrone e Gianfranco Viglietta. Come si dice in questi casi, le cose buone sono di tutti e le
 
  Pagine 360
Formato cm. 12,7 x 18
Copertina rilegata con cordoncino segnagiorno
Prezzo € 11,00 (iva 20% inclusa)
Isbn 88-88838-12-0
eventuali imprecisioni solo mie.
Altan, Chiappori, Elle Kappa e Staino ci hanno regalato le loro vignette con una disponibilità che, pur nella reciproca autonomia, li rende partecipi del nostro progetto. Di questo li ringrazio di cuore, convinto che le vignette sono, spesso, assai più efficaci di concettosi editoriali.
 
  Per informazioni rivolgersi a :
Eugenio Albamonte 338-4918816
eugenio.albamonte@giustizia.it
Stefano Erbani 348-7342823
stefano.erbani@flashnet.it
Fernanda Torres 349-7805555 fax 06-41205794
ferdmaur@tin.it

Inutile aggiungere che agemda è un'operazione culturale e non commerciale: ogni utile conseguente alla sua diffusione sarà devoluto all'Associazione tra i familiari delle vittime della strage di Bologna del 2 agosto 1980.
Buona lettura e buon lavoro.

settembre 2003---------------- livio pepino