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Torna in edicola
Dossier magazine |
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DAL PRIMO DICEMBRE torna nelle edicole
napoletane 'Dossier magazine', diretto da Sergio De Gregorio.
Dal 1991 al 1994, sempre con De Gregorio regista, ha avuto una cadenza
prima quindicinale poi mensile, ora è quindicinale; le uscite
sono previste il primo e il 16 di ogni mese, con otto pagine formato
lenzuolo e una tiratura dichiarata di 11500 copie, di cui 3500 concentrate
nelle edicole di Napoli e provincia, 3000 destinate alle comunità
italiane in Europa e 5000 alle comunità italiane negli Stati
Uniti.
Il periodico viene stampato nell'area industriale di Salerno, nella
tipografia Cogito dei fratelli Paolo e Raffaele Faiella,
che stampano i quotidiani casertani Corriere e Gazzetta e il napoletano
Cronache, la distribuzione è |
curata dalla Spreading
service di Piero Illiano, mentre la raccolta pubblicitaria
è affidata a una srl controllata di De Gregorio, la Aria
Nagel e Associati.
La gerenza è completata dal direttore editoriale |

Sergio De Gregorio, Ciro Di Pietro
e Vincenzo Clarizia |
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Vincenzo Clarizia, ex funzionario e sindacalista del Banco
Napoli da anni in pensione, dal garante del lettore Angelo Tramontano,
titolare dell'istituto scolastico Nobel ed ex consigliere regionale
di Forza Italia, dal redattore capo Nico Pirozzi, mentre
il progetto grafico è firmato da Ferdinando Polverino
De Laureto.
"Il quindicinale - dice Sergio De Gregorio, che firma come
direttore responsabile Dossier magazine - è edito dalla cooperativa
Alfa Press, costituita nello scorso luglio. La presiede il costruttore
Ciro Di Pietro, attivo soprattutto in Umbria nel settore
dell'edilizia privata, mentre a Napoli è tra i fornitori
della Metropolitana. Fanno parte della cooperativa la giornalista
professionista Stefania Bottino, figlia dell'avvocato-imprenditore
Alfredo Bottino e nipote di Francesco Bottino, neo
manager dell'Asl 1 di Caserta, le praticanti Enrica Procaccini
e Divina Prisco, e i pubblicisti Antonio Gagliardi
e Patrizia Gazzulli (segretaria di De Gregorio, ndr)".
Con un contratto da articolo 2, il timone del quindicinale è
affidato a Nico Pirozzi, redattore capo del quotidiano Dossier magazine
on line. Tra i collaboratori il professionista Manuel Parlato
e Francesco Russo, ex Denaro, mentre la copertura iconografica
è affidata a Gianni Fiorito.
"I redattori - spiega De Gregorio - più che a compiti
di scrittura, devono dedicare le loro energie all'ideazione e al
desk. Con Dossier penso di coprire un vuoto costruendo uno spazio
di confronto e di proposta per far parlare in prima persona i protagonisti
della politica e della società. Un secondo passo sarà
il coinvolgimento di firme prestigiose del giornalismo napoletano
che interverranno con servizi dalla scrittura curata. Senza pregiudiziali
politiche, puntiamo a ospitare sulle questioni che riguardano il
futuro della città tutti gli interventi degni di interesse.
Evidentemente gli anni
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Raffaele Faiella e Piero Illiano
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passano:
prima volevo litigare con tutti, oggi voglio discutere con tutti".
Il quindicinale Dossier magazine va ad arricchire il pacchetto
delle iniziative editoriali controllate o gestite da De Gregorio,
nato a Napoli nel settembre del '60, che a diciassette anni
firma i primi articoli sulle pagine napoletane |
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di Paese sera, a diciannove diventa pubblicista
e professionista a trentasei. Il direttore di Dossier magazine è
un personaggio dal forte dinamismo, spesso al centro di vicende molto
controverse, in alcuni casi clamorose. Ci limitiamo a citare cinque
date: '82, '90, '92, '95, '96.
Il primo maggio 1982, sette mesi dopo la liberazione di Ciro Cirillo,
assessore all'Urbanistica della Regione Campania, rapito dalle Brigate
rosse, De Gregorio, in compagnia dei fotoreporter Francesco Jovane
e Gianni Fiorito, partecipa a un'irruzione della polizia nel castello
mediceo di Ottaviano di proprietà di Raffaele Cutolo,
capo della Nuova camorra organizzata. Nel corso della perquisizione,
effettuata da agenti diretti da Ciro Del Duca, responsabile
della sezione anticrimine della questura di Napoli, guidata da Walter
Scott Locchi, vengono ritrovati quattro biglietti di ringraziamento
firmati da uomini di governo e da parlamentari indirizzati a Cutolo,
biglietti di cui poi Carlo Alemi, il giudice che indaga sul
sequestro Cirillo, cercherà invano le tracce. Nel maggio del
1986 De Gregorio pubblicherà sul quindicinale La Voce un articolo
sull'irruzione e sulla sparizione dei bigliettini e verrà ascoltato
più volte dal giudice Alemi, che sentirà anche Gianni
Fiorito e disporrà un confronto tra De Gregorio e Del Duca.
Nell'agosto del '90 De Gregorio è a Positano tra gli ospiti
del parco dei Fiori, frequentato da magistrati potenti, avvocati famosi
e dal boss di Fuorigrotta Antonio Malventi. E a quell'estate
al parco dei Fiori dedicheranno la loro attenzione i pm di Salerno
che negli anni successivi si occuperanno dell'intreccio tra camorristi
e magistrati di Castel Capuano.
Nel '92, con un articolo sul Giornale di Napoli, diretto da Lino
Jannuzzi, De Gregorio fa uno scoop che mette a rumore il Banco
di Napoli e il tribunale. Rivela che l'istituto guidato da Ferdinando
Ventriglia ha concesso 'fidi facili' per due miliardi e mezzo
di lire a testa ad alcuni clienti privilegiati; tra questi le mogli
di tre magistrati: Luigi Frunzio, pm della |
procura di Napoli che
si occupa di reati finanziari, Armando Cono Lancuba,
scomparso nel gennaio 2001, e Vincenzo Russo, presidente
di sezione del tribunale penale di Napoli. La campagna del quotidiano
dopo |

Nico Pirozzi, Ferdinando Polverino
e Enrica Procaccini |
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un poco si placa, poi De Gregorio torna
alla carica con un articolo su Dossier magazine, con un'altra notizia
bomba: il numero del misterioso cct da duecentocinquanta milioni di
lire utilizzato per ripianare le perdite accumulate con la sfortunata
operazione finanziaria dalle mogli dei magistrati e da altri quattro
clienti. Tutto si chiuderà con l'archiviazione dei fascicoli
aperti al Consiglio superiore della magistratura e delle indagini
della magistratura napoletana e salernitana, che hanno coinvolto anche
De Gregorio.
Nell'agosto del 1995 fa scoppiare il caso del 'pentito dei due mondi'.
A Napoli, con gli amici Angelo Tramontano e Umberto Minopoli,
si imbarca sulla Monterey in crociera nel Mediterraneo e documenta
con un servizio fotografico, pubblicato dal settimanale Oggi di cui
era allora inviato, le vacanze di Tommaso Buscetta in compagnia
di moglie e figlio. A Catania De Gregorio viene fatto sbarcare perché
ospite indesiderato.
Nel '96 parte l'operazione Avanti!, ultracentenario quotidiano dei
socialisti italiani. La testata è affidata a Roberto Sansò,
curatore fallimentare dell'organo del Partito socialista italiano.
A novembre De Gregorio va al tribunale di Roma, mantiene il punto
esclamativo, aggiunge l'articolo e registra la testata 'L'Avanti!'
e, in tandem con Valter Lavitola, il 19 marzo 1997 riporta
in edicola il quotidiano fondato nel 1896. Poi esce vittorioso anche
da un lungo contenzioso giudiziario con il curatore Sansò per
l'utilizzo della testata, prima davanti ai giudici di Roma poi di
Napoli.
Oggi De Gregorio è direttore editoriale (e redattore) de L'Avanti!
e titolare della Bvp, la Broadcast Video Press sas. La Bvp edita il
quotidiano Dossier on line, di cui De Gregorio è direttore
responsabile, e confeziona in service il settimanale de L'Avanti!
in edicola il lunedì, oltre a fornire al quotidiano ex psi
pagine regionali chiuse, articoli, foto e disegni.
"La Bvp - dichiara De Gregorio - ha diciotto dipendenti tra redattori
e amministrativi. I giornalisti inquadrati sono il redattore capo
Nico Pirozzi, i praticanti Aldo Mea e Luca Pane e l'articolo
2 Manuel Parlato. Un organico consistente per il quale abbiamo preso
una nuova sede. Entro fine anno ci trasferiremo in una palazzina di
tre piani con novecento metri |

Gianni Fiorito e Patrizia Gazzulli
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quadri a
via Terracina di fronte a via Marconi, che ospiterà anche
le altre iniziative editoriali, dal quindicinale Dossier magazine
al programma televisivo Italiani nel mondo".
Ma con quali entrate si regge il nuovo periodico? "Per
ora - risponde il direttore di Dossier magazine - contiamo soltanto |
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sulle nostre forze. Dal primo gennaio entra
in vigore la legge che eleva da tre a cinque anni l'anzianità
necessaria per le cooperative e le testate che chiedono di accedere
ai contributi pubblici. Per tagliare i tempi c'è chi ha cercato,
comprato o recuperato cooperative editoriali già esistenti;
è la strada scelta, ad esempio, da Cronache di Napoli e dal
Corriere di Caserta. C'è però il rischio di acquistare
cooperative che possono avere problemi di ogni tipo. Noi abbiamo deciso
di partire con la consapevolezza di doverci dotare di un piano di
sviluppo che vada oltre i primi cinque anni". |
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