Stubb: il titolo non è una mia citazione

Condensare un discorso molto lungo ed elaborato in un virgolettato di poche parole per creare un titolo ad effetto? A Repubblica, a volte, si può. Anche a costo di travisare il senso del discorso attribuendo parole che non sono mai state pronunciate.
È ciò che è successo l'undici aprile alla versione on line del quotidiano diretto da Maurizio Molinari. Alexander Stubb, ex premier finlandese, racconta in un'intervista come nel corso degli anni il suo Paese abbia mostrato un interesse sempre maggiore a unirsi alla Nato per motivi di sicurezza nazionale.
Il servizio di Tonia Mastrobuoni è lungo e articolato ma è 'protetto' da un paywall, ovvero viene mostrato soltanto il titolo e qualche parola salvo poi sfumare in una nebbia bianca che si dissolve solo previo pagamento di un abbonamento a Repubblica on line.
Se un lettore curioso avesse davvero voglia di approfondire la notizia scoprirebbe che all'interno non vengono mai attribuite le parole del titolo all'ex premier, quindi c'è da dedurre che sia solo una infelice libertà a scopo di sintesi: "Lo Zar potrebbe massacrarci". Un titolo d’effetto ma forzato.  
In tempi di guerra e diplomazia (tentata) le parole però sono importanti, ed è per questo che dopo poche ore dalla pubblicazione lo stesso Stubb ritwitta l'articolo di Repubblica scrivendo "Il titolo non è una mia citazione. Per favore correggete".
Detto fatto. Il titolo viene cambiato in un più corretto "Putin ci fa paura".

Macello Caliente

 
Alexander Stubb
Tonia Mastrobuoni
Vladimir Putin