Non ci sarà appello,
dimissionato l’Ordine

IL 12 DICEMBRE il comitato esecutivo dell’Ordine nazionale, guidato dal presidente Carlo Bartoli, ha deciso all’unanimità di non presentare appello contro l’ordinanza firmata dal giudice Gian Piero Scoppa, presidente della VII sezione civile del tribunale di Napoli, che ha annullato il voto tenuto in Campania il 24 ottobre 2021 e stabilito che “la tornata elettorale va ripetuta”. 
Nei due giorni successivi si è riunito il consiglio nazionale che ha discusso dell’ordinanza. Diversi e solidi i motivi per non presentare

appello. La decisione del tribunale di Napoli è ben motivata, quindi difficile da smontare. Anche il consiglio di disciplina nazionale, pur respingendo il ricorso dei giornalisti napoletani, ha dovuto ammettere “la lesione del diritto di elettorato

Gabriele Dossena e Paola Spadari

attivo dei ricorrenti”. C’è infine il dato monetario. In primo grado l'Ordine nazionale è stato condannato a pagare oltre 9mila euro di spese legali alle quali va aggiunta la parcella dell’avvocata Gioia Vaccari in trasferta a Napoli. L’appello e la Cassazione verrebbero a costare alcune decine di migliaia di euro con esiti giudiziari molto incerti.  
Un quadro chiaro che spiega la decisione unanime del comitato esecutivo formato, con il presidente Bartoli, dal vice Angelo Luigi Baiguini, dalla segretaria Paola Spadari, dal tesoriere Gabriele Dossena, dai componenti Gianluca Amadori, Cristina Deffeyes, Andrea Ferro, Francesco Franchi e Giuseppe Murru.
Durante il consiglio nazionale due rappresentanti della Campania, il professionista Carlo Verna e il pubblicista Alessandro Sansoni, espressione del gruppo, guidato dal presidente dell’Ordine campano Ottavio Lucarelli, che nel 2021 aveva impedito a seicento professionisti campani, pur dotati di pec (la posta elettronica certificata) di esercitare al seggio il diritto di voto, hanno provato a sostenere la necessità di presentare appello. Non hanno però convinto la platea del consiglio che

Angelo Luigi Baiguini e Giuseppe Murru

ha respinto la richiesta di andare avanti con l’azione giudiziaria. Hanno infatti votato contro 29 consiglieri, a favore 21, mentre quattro erano assenti.
Che succede ora? Mettendo da parte le voci che parlando di ulteriori iniziative

giudiziarie da parte dei sostenitori dell’appello, atteniamoci ai fatti: trenta giorni dopo la notifica dell’ordinanza il provvedimento è definitivo. I giornalisti ricorrenti diffideranno l’Ordine nazionale, e il ministero della Giustizia che ha l’alta vigilanza sugli Ordini professionali, a convocare nuove elezioni. Nel caso, improbabile, l’Ordine nazionale non dovesse dare esecuzione all’ordinanza del tribunale di Napoli i giornalisti ricorrenti, con l’assistenza degli avvocati del Sugc, il sindacato unitario della Campania, Luisa D’Alterio e Luigi De Martino, si attiverebbero in sede amministrativa davanti al Tar perché con la nomina di un commissario ad acta venga fissata la data delle nuove elezioni.