Pedofilia, il cerchio
per la curia si stringe

IL 20 DICEMBRE davanti al giudice Francesco Cislaghi si è svolta l’udienza telematica del giudizio per risarcimento danni promosso da Arturo Borrelli, contro il cancelliere arcivescovile della curia di Napoli padre Luigi Ortaglio.
I fatti. Dai tredici ai diciassette anni Borrelli era stato sessualmente abusato da don Silverio Mura, il suo insegnante di religione. Si era rivolto all’allora cardinale Crescenzio Sepe per essere aiutato ma per

anni aveva avuto davanti un muro di gomma. Quando nel febbraio del 2017 la sua vicenda è arrivata sui giornali nazionali con una inchiesta di Repubblica dalla curia partenopea era arrivata una reazione scomposta. Con l'obiettivo di proteggere

Anna Laura Alfano e Carlo Grezio

la moglie e i figli la vittima della violenza utilizzava il nome di copertura di Diego Esposito. Il cardinale per replicare al resoconto documentato di Repubblica prepara un comunicato sostenendo che il caso del presunto abusato è chiuso e lo fa firmare dal suo collaboratore Luigi Ortaglio. Vuole però anche dare una lezione esemplare al ‘molestatore’ e in trentuno righe pubblica per ben otto volte il vero nome di Esposito.
Il cardinale non si rende però conto che, oltre a dimostrare una gravissima insensibilità verso chi vive una vicenda drammatica, sta commettendo un’azione penalmente perseguibile perché le norme sulla privacy vietano la diffusione di dati sensibili e considerano un reato la pubblicazione del nome di vittime di abusi sessuali.
Assistito dall’avvocato Gianfranco Iannone, Borrelli denuncia la vicenda alla procura della Repubblica e il 14 gennaio del 2020 il giudice della quarta sezione penale del tribunale di Napoli Anna Laura Alfano condanna Ortaglio a quaranta giorni di arresto, al pagamento delle spese legali e rinvia al giudizio civile la quantificazione del danno. Da notare che la pena è stata ridotta perché l’imputato ha chiesto il rito abbreviato. Siamo ora al giudizio civile e il giudice Cislaghi ha ammesso per la prossima udienza l’escussione di testimoni come chiesto dall’avvocato

Gianfranco Iannone e Crescenzio Sepe

Carlo Grezio che assiste Borrelli. Potrà così essere dimostrato l’impatto devastante che sulla vita della vittima ha avuto nel 2017 la decisione della curia napoletana di pubblicare il suo nome vero. “Nel giro di poche ore – dichiarò allora a Iustitia

Francesco Zanardi, presidente della Rete L’Abuso, l’associazione costituita nel 2009 dalle vittime dei preti pedofili – parenti, conoscenti, amici ed ex colleghi di lavoro ai quali Diego Esposito non aveva mai voluto raccontare l’orrore che aveva subìto da piccolo e che più volte sotto anonimato aveva raccontato alla stampa e alla tv, lo hanno immediatamente riconosciuto”.
Nelle vicende delle vittime dei preti pedofili nel Napoletano, non c’è soltanto il caso di Arturo Borrelli. Fa perciò rumore il silenzio del vescovo Domenico Battaglia che ormai è insediato da quasi due anni (2 febbraio 2021). Dalle stanze di largo Donnaregina filtra che il vescovo per pronunciarsi aspetterebbe le sentenze di appello. Possiamo informarlo che stanno per arrivare.