Messaggero e Mattino
minimizzano Scalfari

È 'FEGATOSO' l’imprenditore siculo romano Francesco Gaetano Caltagirone che il prossimo marzo compirà ottanta anni. Non aveva buoni rapporti con Eugenio Scalfari e non l’ha dimenticato neanche quando il 14 luglio il fondatore di Espresso e Repubblica è morto.
La scomparsa di Scalfari ha avuto una vasta eco in Italia e all’estero. In tanti hanno voluto testimoniare la grande stima per una persona straordinaria a cominciare da papa Francesco e dal presidente della

Repubblica francese Emmanuel Macron. Tutti i media dedicano diversi articoli al più importante giornalista italiano del Novecento.
Il primo quotidiano nazionale, il

Papa Francesco e Emmanuel Macron

Corriere della Sera, gli riserva una grande foto al centro della prima e quattro pagine all’interno. 
Per Caltagirone la notizia non merita tanto spazio e i suoi dipendenti si allineano. Il direttore del Messaggero Massimo Martinelli relega la scomparsa in un titoletto sopra la testata: “Addio a Scalfari il giornalista che voleva orientare la politica del Paese”. All’interno il desk costruisce una pagina con due servizi: la vita del giornalista e le testimonianze, con in apertura un catenaccio già chiaro “ha incarnato il ‘complesso dei migliori’ contribuendo alle divisioni del paese”. Per ironia il pezzo principale viene affidato a Mario Ajello, figlio di Nello Ajello, condirettore dell’Espresso e colonna di Repubblica.
E Ajello si impegna a concentrare nel servizio tutti quelli che a suo giudizio sono i passaggi negativi di una vita durata un secolo. Ve ne giriamo soltanto qualcuno. L’incipit: “Scalfari, ovvero l’uomo che ha creato un giornale partito, e questo mix tra politica e informazione non sempre ha preso le strade giuste e fatto le campagne più adatte a perseguire il bene del paese”.
Non manca ovviamente il riferimento agli scritti pubblicati su ‘Roma fascista’, la rivista del Guf. Ajello non ricorda però che il fascismo cade

Francesco De Core e Massimo Martinelli

nel luglio del ’43 quando Scalfari aveva diciannove anni. Ultimo passaggio: “Convinto che la Ragione fosse esclusivamente nel luogo dove si trovava lui”.
Nel taglio basso

Roberta Amoruso mette insieme i messaggi di cordoglio, dal Papa a Mattarella, a Draghi. Ma il desk titola sulle parole di Silvio Berlusconi, uno dei ‘nemici’ storici di Scalfari.
E il Mattino? Il direttore Francesco De Core, che si è insediato da un mese e mezzo, è timoroso. Ha la fama di uomo di cultura ma decide di seguire pedissequamente la linea del Messaggero. In prima sistema la notizia nei titoletti di fascia alta, utilizzati nei giorni precedenti per il concerto di Enzo Avitabile, per la morte di James Caan, per l’addio tra Totti e Ilary Blasi, per i ‘piatti poveri’ del commissario Ricciardi. All’interno piazza i servizi di Ajello e Amoruso senza aggiungere una parola. Caltagirone sarà contento.