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Protesta dei giornalai
contro le copie omaggio |
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LA PROTESTA È partita da viale Augusto a Fuorigrotta, dall’edicola di Luigi Pisa.
“Ho quarant’anni – dice - e da quarantuno faccio il giornalaio: una tradizione di famiglia. Mio padre Vincenzo era il segretario provinciale di categoria della Uil; quando è morto avevo quindici anni e da allora dall’edicola non sono più uscito. In tanti anni di attività non ricordo crisi come quella che |
viviamo oggi. Certo vendiamo meno giornali perché c’è un calo di interesse verso il quotidiano, c’è la concorrenza della free press, ma l’emergenza oggi è data dalle copie omaggio diffuse a volontà dai grandi gruppi. Le trovi dovunque. Oltre alla distribuzione su treni e aerei, ci sono pacchi di Corriere, Repubblica e altri quotidiani che vanno negli alberghi, nelle scuole, nelle banche, nelle palestre e persino nei condomini; ho visto le copie del Corriere della sera anche nell’ex parco ferrovieri di viale Augusto. Di fronte
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Aldo Esposito |
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sindacati ho deciso di muovermi da solo: ho scritto una nota breve e raccolto le firme tra gli edicolanti che vivono i miei stessi problemi. In pochi giorni siamo arrivati a 64 firme e abbiamo superato le cento adesioni orali; non sono poche per una città che ha una rete formata da poco più di cinquecento edicole”.
Il documento, datato 7 maggio, è stato inviato ai vertici Cisl di categoria nazionali, regionali e provinciali (Massimo Cenci, Enzo Speranza, Mario Vitrano), ai responsabili edicolanti regionali e provinciali Cgil (Fortunato Costa e Antonio Cerasuolo) , alla segreteria provinciale giornalai Uil (Aldo Esposito e Maurizio Cerasuolo), alla Confcommercio edicolanti campani.
Due le questioni al centro della nota: “la diffusione a titolo gratuito di quotidiani e/o periodici in molti enti pubblici e privati “; “la pubblicità gratuita ad abbonamenti che quotidiani e/o periodici fanno a sé stessi attraverso la nostra |

Antonio Cerasuolo
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distribuzione”.
“La seconda questione sembra marginale, - spiega Pisa – ma non lo è. Faccio un esempio. Se lei in edicola compra Sorrisi e Canzoni lo paga un euro e 40 centesimi; a noi vanno 26 centesimi lordi. Ma cellofanato con il settimanale, trova l’invito ad abbonarsi al costo di settantasette centesimi a numero, con uno sconto del 45 per cento. Perché allora lei dovrebbe venire in edicola a comprare da me il settimanale Mondadori?” L’escalation delle copie omaggio viene confermata dagli edicolanti di |
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altri quartieri e dai dirigenti sindacali. “Sono soprattutto i quotidiani leader nazionali e il Mattino – dichiara Fortunato Costa, segretario regionale della Cgil edicolanti – a distribuire copie gratis. L’ultima iniziativa, avviata da poche settimane, è del Mattino che manda pacchi di giornali in tutti gli istituti penitenziari della Campania”. Una marea di carta gratuita che sta producendo iniziative singolari. “Qualcuno si è organizzato – denuncia Aldo Esposito, titolare di un’edicola di via Luca Giordano al Vomero e sindacalista Uil - per monetizzare il flusso dei giornali gratis. Come? Mette insieme una copia di Repubblica o Corriere con un paio di gratuiti e vende il bouquet ai commercianti a 50 centesimi. E poche settimane fa si è rischiato l’incidente al mercatino di Antignano quando al giornalaio della zona è stata segnalata nei |
negozi vicini la presenza di un venditore di ‘omaggi’ a pacchetto. I danni di queste iniziative li misuriamo giorno per giorno: nello scorso autunno il venerdì vendevo 120 copie di Repubblica, oggi, se va bene, arriviamo a 70”.
Ma torniamo al documento di Luigi Pisa, che si chiude con la richiesta ai sindacati di fornire una risposta entro dieci giorni, altrimenti “i firmatari della presente richiesta cancelleranno l’iscrizione ai rispettivi sindacati di categoria e si organizzeranno per uno o più giorni di chiusura non concordati”.
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Boris Biancheri |
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I sindacati hanno girato la questione alle aziende e alla Federazione editori, guidata dal presidente Boris Biancheri e dal direttore generale Alessandro Brignone. Le aziende si sono ben guardate dal rispondere, girando la palla alla Fieg che ha trasmesso ai sindacati una ventina di righe. Due i punti toccati: il primo pilatesco, il secondo, a dire degli edicolanti, fasullo. Vediamoli: “la consegna di copie omaggio costituisce un’attività che rientra nelle legittime scelte operate dalle aziende editoriali”; le aziende sostengono i costi di queste iniziative “soprattutto per avvicinare alla lettura particolari categorie di potenziali lettori e incentivare il successivo acquisto di prodotti editoriali presso le rivendite”.
“Sulla base della mia esperienza, – commenta Aldo Esposito – posso dire che l’obiettivo dichiarato di puntare alla cattura di potenziali lettori è soltanto una |
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Mario Vitrano
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bufala. Da anni va avanti l’iniziativa del quotidiano nelle scuole: avremmo dovuto registrare un aumento di copie vendute quando le scuole sono chiuse, invece non ne vendiamo neanche una in più. Anzi, l’unico risultato è che avevo tra i clienti una decina di professori ed ora ne sono rimasti due o tre che il venerdì vengono a comprare il magazine di Repubblica”.
Ma se è un’operazione in perdita perché farla? “Purtroppo le provvidenze pubbliche – risponde Luigi Pisa - vengono date non sulle copie vendute, |
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ma su quelle stampate. Quindi l’importante è mantenere alta la tiratura, pure con un’operazione che alla lunga si rivelerà un clamoroso autogol anche per gli editori perché il cliente che allontani dall’edicola non lo recuperi più”. |
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