Archiviati Armiero,
Ausiello e Lucarelli

IL 14 MAGGIO il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Napoli Valerio Natale ha firmato l’archiviazione della denuncia contro il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro, l’assessore regionale alla Cultura Caterina Miraglia, e i giornalisti Mirella Armiero (Corriere del Mezzogiorno), Gerardo Ausiello (il Mattino) e Ottavio Lucarelli (Repubblica Napoli) citati da Eduardo Cicellyn Comneno per sette anni,

dal giugno 2005 al maggio 2012, direttore del Madre, il museo d'arte moderna di via Settembrini.
La vicenda comincia nel novembre del 2012 quando Cicellyn, assistito dall’avvocato


Ottavio Lucarelli e Caterina Miraglia (*)

Riccardo Polidoro, presenta una querela nei confronti di Caldoro, della Miraglia e degli autori di “una serie di articoli dal presunto contenuto diffamatorio in ordine alla gestione dell’ente (il museo Madre, ndr)”.
Sui cronisti il giudice esprime una decisione netta: “dalla lettura degli articoli appare evidente che gli stessi (i giornalisti Armiero, assistita dall'avvocato Domenico Ciruzzi, Ausiello, difeso da Luigi Ferrante, e Lucarelli, assistito da Paolo Mazzà, ndr) abbiano esclusivamente esercitato il diritto di cronaca, riportando la polemica nata sulle dichiarazioni del presidente Caldoro, contro la gestione del museo, in concomitanza con l’adozione di una delibera che avrebbe poi modificato i vertici dell’istituzione culturale e con la pubblicazione dello studio del prof. Solima”. E Natale aggiunge: “Il Lucarelli ha riportato che il direttore del museo difendeva il modello della fondazione Donnaregina; mentre addirittura sia la Armiero che l’Ausiello hanno citato anche le considerazioni del Cicellyn, garantendo il contraddittorio e la completezza dell’informazione”.
Prima di andare avanti, chiariamo il passaggio del decreto che parla dello studio del professore Ludovico Solima. In un primo momento la notizia fatta circolare dai vertici regionali parlava di uno studio commissionato dalla Regione Campania alla Seconda università. In realtà, da passaggi giudiziari di


Mirella Armiero e Gerardo Ausiello

altre vicende penali e civili tutt’ora in corso che riguardavano il rapporto di lavoro e poi il licenziamento di Cicellyn dal Madre, è emerso con chiarezza che la ricerca sul museo di Donnaregina era stata commissionata a titolo personale a Solima dal professore Pierpaolo

Forte, all’epoca consigliere d’amministrazione della Fondazione Morra Greco, un ente privato presieduto dal dentista Maurizio Morra Greco. Per di più, chiarisce Solima, lo studio certo non conteneva i giudizi tranchant sul Madre espressi poi ai cronisti dal presidente e dall’assessore regionale.
E torniamo al decreto di archiviazione perché la posizione di Caldoro, assistito dall'avvocato Alfonso Furgiuele, e della Miraglia, difesa da Andrea Castaldo, è molto diversa da quella dei giornalisti.
Cominciamo dall’assessore alla Cultura che, scrive il magistrato, sulla questione dei costi fornisce una “ricostruzione assolutamente corretta e priva di qualsiasi elemento oggettivamente diffamatorio”. Ma continua:
le successive affermazioni dell’assessore (‘È, francamente, intollerabile che il direttore del museo, perso oramai ogni senso della misura e della decenza, infanghi il prestigio del presidente della Regione”) sono le uniche che potrebbero avere una qualche idoneità offensiva nei confronti della reputazione del Cicellyn”.
Ma Natale chiarisce che la lettera ‘diffamatoria’ della Miraglia viene pubblicata nel dicembre del 2010 e la querela, presentata nel novembre del 2012, “appare tardiva”. Anche perché “è indubbio che già nel 2010” Cicellyn “abbia avuto conoscenza degli articoli (offensivi, ndr) e l’azione, pertanto, è improcedibile”.
Parole dure il giudice riserva anche al presidente della Regione: “quanto ai profili di responsabilità a carico di Caldoro Stefano, deve rivelarsi che il presidente ha certamente criticato aspramente la gestione del museo (‘non c’è museo di arte contemporanea al mondo gestito come il Madre. È il peggior esempio, di gran lunga il più costoso’), facendo espressamente riferimento all’amministrazione in corso e, quindi, al Cicellyn (‘da quelle parti credono che la Regione sia un bancomat’)”. Natale ne deduce che “le parole pubblicate hanno una potenzialità diffamatoria”, ma anche in questo caso la conclusione fa evaporare la

“potenzialità diffamatoria”: “appare quindi evidente la tardività della querela”.
La vicenda penale – ammette Cicellyn – è conclusa, ma la


Domenico Ciruzzi, Alfonso Furgiuele e Riccardo Polidoro

mia denuncia puntava a chiarire, e l’obiettivo è stato raggiunto, che Stefano Caldoro e Caterina Miraglia hanno costruito una campagna di stampa per liberare il posto di direttore del Madre facendo circolare considerazioni e dati non veri. Una operazione messa a segno con almeno tre passaggi a dir poco singolari”.
E Cicellyn, per quindici anni prima precario e poi redattore del Mattino e dal ’98  al 2001 all’Unità, elenca i passaggi: “Il primo. I giornali scrivono in coro di uno studio chiesto dalla Regione, invece si è scoperto che era stato stranamente commissionato da un'istituzione privata che non aveva alcun titolo. Ed è insolito che uno studio sui conti del Madre non sia stato affidato alla Fondazione Donnaregina, l'istituzione regionale alla quale il museo è affidato in comodato. Il secondo. Sentito due anni dopo come teste in tribunale, il professore Solima ha smentito di avere mai espresso i giudizi negativi sul Madre diffusi da Caldoro e dalla Miraglia, riportati da tutti i quotidiani; Solima ha ribadito di non avere mai affermato che il museo Madre costa più del Louvre. Nella sua ricerca non c’era nessuna comparazione tra i costi sostenuti dai due musei e ha aggiunto:’si  potrebbe parlare di costi del Madre inferiori rispetto a tutti gli altri musei presi in considerazione’. Il terzo passaggio. Il professore Forte, che da consigliere d’amministrazione della Fondazione Morra Greco commissiona la ricerca, un anno dopo viene nominato da Caldoro alla presidenza della Fondazione Donnaregina da cui dipende il Madre”.


(*) Da www.dagospia.com