Bardi con Calenda
conquista la Lucania

IL 25 MARZO la notizia è esplosa come una bomba nei corridoi della sede Rai di Napoli: Massimo Calenda, il cronista politico della redazione, che aveva chiesto di assentarsi per tre settimane dal lavoro, aveva seguito nel suo tour elettorale il generale della Guardia di finanza in pensione Vito Bardi, candidato del centro destra poi vittorioso nella corsa alla presidenza della Basilicata. A via Marconi giravano vari filmati del candidato e del giornalista insieme in manifestazioni pubbliche e diversi redattori sono andati nella stanza del redattore capo Antonello Perillo a chiedere spiegazioni. Dopo tre-quattro giorni Perillo ha convocato Calenda per ascoltare la sua versione e avrebbe poi girato le notizie a Carlo De Blasio, il vice direttore della Tgr, la testata giornalistica regionale, con la delega al Mezzogiorno che ha l’ufficio

all’attico della sede di Fuorigrotta. E della vicenda sarebbe stato informato anche il direttore Alessandro Casarin.
Sono trascorsi dieci giorni e non ci sono segnali dal vertice

Alessandro Casarin e Carlo De Blasio

Tgr di Napoli, De Blasio, né dal direttore da Roma. Cuor di leone Perillo il 4 aprile si è limitato a comunicare al comitato di redazione (Rino Genovese, Enzo Perone, Guido Pocobelli Ragosta) che Calenda non si occuperà più dei servizi politici, una decisione stupefacente perché non c’è proporzione tra la gravità della vicenda, se confermata, e la sanzione.
C’è da dire anche che il cronista politico della Rai di Napoli è rientrato particolarmente contento dalla spedizione in Basilicata. La conferma arriva dal messaggio che ha postato sulla sua pagina Facebook la sera del 25 marzo. Di solito scrive: “siamo tornati a dare. Per voi ovviamente”. Il riferimento è al turno dell’alba che è molto faticoso. Questa volta la frase è “Dopo avere risposto: ‘Presente’ siamo tornati a dare. Per voi ovviamente”. E ‘Presente’ è l’hashtag utilizzato dal militare Bardi per la sua campagna elettorale.
Per approfondire la vicenda lucana abbiamo cercato Calenda ma otto telefonate non sono state sufficienti a stabilire un contatto. Limitiamoci allora a riportare quanto Calenda ha detto a Perillo e il redattore capo ha riferito ai giornalisti: mi ha chiesto tre settimane di ferie per problemi familiari e io l’ho autorizzato. E l’interessato dopo il rientro al lavoro ha detto ai colleghi che la storia dell’ufficio stampa non è vera ed era in Basilicata soltanto per accompagnare la moglie. A questo punto è necessario ricordare che, secondo la circolare firmata dal direttore Risorse e organizzazione della Rai Luciano Flussi, “le ferie debbono essere normalmente fruite tra maggio e ottobre” e “il lavoratore che ne faccia richiesta ha diritto a fruire di due settimane di ferie consecutive”. La terza non è citata, anche se viene chiesta di frequente nei mesi estivi.

Roberta Nardacchione e Antonello Perillo

Va poi detto che se un redattore Rai vuole coordinare un convegno o scrivere su un quotidiano deve chiedere l’autorizzazione scritta al direttore della sua testata e non è scontato che la ottenga.

Torniamo a Potenza. Durante la campagna elettorale l’ufficio stampa di Bardi è stato curato da una giornalista che lavora da anni in Basilicata ma ha radici napoletane, Roberta Nardacchione. Ma lo spin doctor, almeno a giudicare dai video, sembra essere stato Massimo Calenda. Limitiamoci a due video. Il primo reperibile su you tube è stato girato al Grande Albergo di Potenza in occasione della presentazione della lista ‘Basilicata positiva’ con Calenda che entra nella sala affollata precedendo l’ex generale.
Decisamente sorprendente il secondo video con i cronisti in attesa delle prime parole del vincitore delle elezioni: arrivano il generale e lo spin doctor e si vede un Calenda autoritario che stoppa le richieste dei giornalisti di avere una dichiarazione immediata per tutti e impone singole interviste con accanto un Bardi silente.