Messaggero: dal 2009
dimezzato l'organico

QUANDO LO STATO di crisi biennale, partito l’undici novembre, completerà la sua traiettoria, il Messaggero si ritroverà con 115 giornalisti, un organico dimezzato rispetto a cinque anni fa. Una riduzione drastica dei costi giornalistici realizzata dai manager di Caltagirone attraverso tre stati di crisi: la prima sciabolata è del settembre 2009, il direttore è Roberto Napoletano, la durata diciotto mesi e vengono tagliate 59 unità; il secondo stato di crisi è del maggio 2011, con Mario Orfeo direttore da due, mesi e prevede l'uscita di 24 articoli 1, 5 articoli 2 e ha durata biennale; il terzo, datato 10 novembre 2014, con direttore Virman Cusenza, si chiuderà il 9 novembre del 2016

con l’uscita di 34 unità.
L’operazione parte ad alta velocità il 6 agosto quando vengono presentati (al cdr, alla Fieg, alla Fnsi e al ministero del Lavoro) il piano e la relazione del direttore, depositati il giorno successivo al ministero perché era

Virman Cusenza e Luca Lotti (*)

necessario mettere la bandierina prima dell’otto agosto termine indicato dal decreto Lotti, dal nome del sottosegretario all’Editoria, che stanziava 53 milioni di euro. Da settembre si susseguono riunioni tra la direzione dell’azienda e il comitato di redazione (Alessandro Angeloni, Luca
Lippera
, Fabio Morabito) fino al 19 ottobre quando a via del Tritone viene firmato il verbale d’accordo. Il 5 novembre l’intesa viene formalizzata al ministero del Lavoro; sono presenti la dirigente del ministero Fabiana
Natale
, per il Messaggero il direttore generale Alvise Zanardi e Claudio Di Vincenzo; Stefano Scarpino e Fabrizio Di Rosario per la Fieg; Angeloni, Lippera e Morabito per il cdr; per Stampa romana il segretario Paolo Butturini; per la Fnsi Luigi Ronsisvalle, Giampaolo Gozzi e Giuseppe Catelli. L’accordo viene giudicato insoddisfacente, e quindi non sottoscritto, da Butturini di Stampa romana, da Morabito del cdr e dal rappresentante delle Marche, Giovanni Rossi, per la chiusura delle sedi di Ascoli e Pesaro.
Vediamo allora i punti salienti del piano di riorganizzazione. In redazione sono operativi da ottobre gli accorpamenti di Servizi Roma con Area metropolitana e di Interni-Esteri con Affari del Vaticano; ci sono tagli al presidio notturno

Paolo Butturini e Stefano Scarpino

dell’ufficio del redattore capo centrale e al servizio grafico; nelle Marche c’è la chiusura delle sedi di Ascoli e Pesaro con l’accentramento ad Ancona; in Abruzzo vengono accorpate a Pescara le edizioni di L’Aquila-Teramo e Pescara-Chieti; perde un

redattore l'economia di Milano; viene tagliato il corrispondente con articolo 12 da Catanzaro, Gianfranco Manfredi, che va in cassa integrazione.
Passiamo alle “eccedenze”: “per 34 unità con articolo 1 individuate nelle redazioni operanti su carta si farà ricorso alla cassa integrazione finalizzata al prepensionamento”. Poi ci sono i contratti di solidarietà, con uno stop di due giorni al mese, che riguarda tutti, compresi il direttore e i suoi vice, con l’esclusione di chi ha i requisiti per il prepensionamento.


(*) Da www.gonews.it