Il film di Martone e il mistero del titolo

C’è stato un periodo in cui Iustitia andava a cercare fastidiosamente, diciamolo pure, il minimo refuso nei titoli del Corriere del Mezzogiorno. E dal desk di via San Nicola alla Dogana, sotto la guida di Marco Demarco, ci è arrivata una sobria lezione di professionalità. Titoli precisi, non una virgola fuori posto. Tutto perfetto.
Si, Noi ci credevamo, proprio come il titolo del film che Mario Martone sta girando a Castellabate, nel Cilento, con Luigi Lo Cascio, Luca Zingaretti e l’ormai immancabile Toni Servillo. Un film che rievoca le eroiche gesta di tre giovani salernitani al tempo del Risorgimento che il Cormezz racconta in un servizio di B.C. (probabilmente Biagio Coscia), nella pagina degli spettacoli affidata a Vanni Fondi.
Si, Noi ci credevamo, e abbiamo letto con interesse. Ma già al terzo rigo i lettori intorno a noi si sono moltiplicati a dismisura: e il film, come spesso accade, in corso di lavorazione cambia nome, diventa “Noi credevano” e parte dal ciak di B.C. un accento e la location “si
spostà
”. Poco male, su un set accade questo e altro. Cresce la febbre dell’attesa per vedere all’opera Lo Cascio e l’ex trafficante di rifiuti Servillo, stavolta nei più nobili panni di Giuseppe Mazzini. E c’è curiosità quasi morbosa sul vero titolo del film. Infatti, ci informa B.C.,  “Noi credevamo” è in uscita ad aprile 2010. Noi ci credevamo, davvero, e molti altri “noi credevano”.
Sul mistero del titolo del film indaga Montalbano.

Hans Schnier
 
Mario Martone
Luca Zingaretti
Vanni Fondi