Ferma la querela
contro Sementa

LA SERA DEL 5 dicembre scorso il giornalista Alessandro Migliaccio ha presentato alla questura partenopea una querela contro il capo dei vigili urbani del comune di Napoli Luigi Sementa. A distanza di sei mesi si può dire che la querela è rimasta nella sostanza ferma perché il tratto di strada percorso è stato breve e semicircolare.
Prima di procedere però è opportuno ricordare l’episodio d’avvio della vicenda. Nella mattinata del 5 dicembre i vigili cercano con insistenza Migliaccio, redattore del quotidiano E Polis Il Napoli e collaboratore della trasmissione Le Iene,  perché Sementa vuole incontrarlo subito. Il giornalista si

presenta negli uffici di via De Giaxa, entra nella stanza del comandante e trova due rappresentanti dell’Unione cronisti, il consigliere nazionale Giuseppe Crimaldi, redattore di giudiziaria del Mattino, e il presidente dei cronisti campani Renato Rocco, collaboratore del


Alessandro Migliaccio e Luigi Sementa

Roma. Stranamente uno dei vigili gli chiede un documento per identificarlo, mentre Sementa gli va incontro e gli assesta un ceffone violento, prima di essere fermato dai presenti. L’ira incontrollata del comandante, ex colonnello dei carabinieri, sarebbe stata causata da un articolo di Migliaccio pubblicato proprio quel giorno che, denunciando il degrado di piazza del Gesù e l’assenza di controlli da parte dei vigili urbani, avrebbe indicato con precisione l’indirizzo di casa di Sementa, mettendo a rischio l’incolumità dei suoi familiari. Questa la versione del comandante contestata dal giornalista che sostiene di avere scritto soltanto che nella zona ‘senza controlli’ abitava Sementa.
Dopo un tentativo di un vigile di trattenerlo, Migliaccio va al pronto soccorso del Cardarelli, accompagnato da Crimaldi e Rocco, e il referto parla di una prognosi di sei giorni. Nel pomeriggio, allo studio dell’avvocato Elena Coccia (mentre il legale di Sementa è Domenico Ciruzzi), prepara la querela che poi presenta in questura.
Della vicenda grave i giornali napoletani si occupano poco (e c’è anche chi dà grande risalto alle cause dell’ira e minimizza il gesto violento), ma una settimana dopo Migliaccio, che a via De Giaxa aveva una piccola telecamera in borsa, diffonde il video dell’incontro, che viene trasmesso prima da ‘Linea notte’ del Tg3 e poi da ‘Striscia la notizia’ su Canale 5 e da ‘Le Iene’ su Italia Uno. Nonostante il clamore nazionale i quotidiani napoletani si limitano a resoconti di routine, a conferma di una cappa che toglie ossigeno a quasi


Giuseppe Crimaldi e Renato Rocco

tutti i media locali. Le Iene invece insistono e a gennaio spediscono a Napoli l’inviato Giulio Golia che intervista Sementa. A Golia che continua a chiedergli perché non ha neanche chiesto scusa per il gesto violento, il comandante dei vigili ripete sei volte: “Ci

sono le sedi opportune”. E pare che l’unica sede opportuna individuata sia la sede giudiziaria. E allora torniamo alla querela.
A gennaio l’avvocato Coccia fa un controllo in procura e apprende che, nonostante i numerosi reati ipotizzati, il pubblico ministero di turno ha girato il fascicolo al giudice di pace, al quale il primo aprile presenta una memoria per evidenziare che i reati ipotizzati (lesioni, minacce e sequestro di persona) sono di competenza della procura della Repubblica. La memoria non sortisce nessun effetto. Nella seconda metà di maggio l’avvocato torna alla carica con un sollecito, ma per ora tutto tace.