Un burlone impenitente. Un mattacchione che proprio non riesce a smettere. La genialità dello scherzo feroce è nel suo dna, é più forte di lui: quando gli scappa, gli scappa. Dello strepitoso giamburrasca di Montecitorio, Italo Bocchino, deputato di Futuro&Libertà, (E normale, E commerciale? Chissà), Iustitia si occupò nel settembre del 2008 quando rilasciò un’intervista all’inviato di Diva e Donna, Roberto Alessi (poi ricoverato per convulsioni da risate), raccontandogli le proprie birichinate tra i corridoi dei passi perduti del Transatlantico.
Adesso l’editore del Roma, sebbene turbato e preoccupato per le sorti dei redattori del giornale, non perde il buonumore e gli scappa di nuovo. Sul Foglio Quotidiano di Giuliano Ferrara ce lo racconta il 9 febbraio Pietrangelo Buttafuoco, penna di punta dell’intellighentia di destra, nella rubrica Il riempitivo. Buttafuoco riferisce di aver captato un colloquio avvenuto a Montecitorio in cui non si fa cenno allo spread sotto controllo, né ai carburanti aumentati, né al costo della vita che lievita, né agli imprenditori che cominciano a suicidarsi, né ai pensionati che muoiono di fame. Il tema è più aulico, e forse più attuale: i transessuali. L’indice di gradimento è in impennata, lui si. Ne parlano dottamente Italo Bocchino, eccolo qui, con i colleghi di partito Fabio Granata e Roberto Menia. Bocchino, riferisce Buttafuoco, ammonisce gli amici di non fare come “quelli del Pdl” che vanno sempre e solo a donne. Loro, i futuristi, sono già oltre. Sono avanti. Però appaiono perplessi, giamburrasca e Granata, che Menia sia ancora legato ai vecchi e un po’ stantii schemi etero. “Dai, possibile che tu non sia ancora andato con un trans?” “La nostra è una destra moderna. Devi andarci”.
Menia, un po’ mortificato per la figuraccia, si allontana meditando sulle iniziative da prendere in proposito. Restano Bocchino e Granata. Buttafuoco però non ci dice se si stanno scompisciando oppure se stanno preparando un’interrogazione parlamentare per chiedere la marchetta futurista da aggiungere ai mille benefici già acquisiti. |
IL RIEMPITIVO
Cosa hanno dovuto sentire le mie orecchie! Dunque: un capannello a Montecitorio. Ben tre parlamentari, tre campioni della destra di cui due moderni e uno, invece, ancora da avviare verso i beati lidi del futuro. Sono appunto futuristi di Fli e mentre Italo Bocchino dice: “Ancora non hai provato un transessuale?”, Roberto Menia, che è quello ancora un poco attardato nei costumi e negli usi, destinatario della domanda, viene incalzato da Fabio Granata: “Devi proprio. Com’è possibile che tu non sia stato con un transessuale?”. Il povero Menia, cui va la nostra incondizionata solidarietà, è preso come tra due fuochi. Bocchino insiste: “La nostra è la destra moderna, non siamo come quelli del Pdl che guardano solo le donne. Devi andarci”. “Così è” sentenzia Granata nel frattempo che Menia, bofonchiando, se ne va facendo no e no con la testa: “Secondo me neppure loro ci sono stati, io non li trovo così moderni…”.
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di Pietrangelo Buttafuoco |