Take d'agenzia sulla
strage del treno 904

ANSA/Strage del 904, a Firenze una nuova pista 40 anni dopo 16 le vittime. Procura ha acquisito atti declassificati (di Antonio Giovannini)
(ANSA) - BOLOGNA, 21 DICEMBRE - È ricordata come 'la strage di Natale'. Era domenica il 23 dicembre 1984 quando, alle 19.08, un ordigno telecomandato sistemato sulla griglia portaoggetti della nona carrozza del treno rapido '904' Napoli-Milano, un vagone di seconda classe, esplose mentre il convoglio transitava sotto i 18 km della galleria Direttissima nell'Appennino tosco-emiliano, tra le stazioni di Vernio e San Benedetto Val di Sambro. Luoghi non distanti da quelli della strage dell'Italicus compiuta nell'agosto di dieci anni prima (12 morti e 48 feriti). Nell'attentato, che la Corte di Cassazione confermò essere di matrice ''terroristica mafiosa'', morirono 16 persone ed altre 267 rimasero ferite: a 40 anni di distanza, nonostante alcune certezze giudiziarie, c'è ancora un'inchiesta in atto, riaperta nei mesi scorsi che potrebbe aggiungere nuovi elementi.
Intorno alla strage si sviluppò una complessa vicenda fatta di sei processi in otto anni - nel 1991 la prima sezione penale della Corte di Cassazione, presieduta da Corrado Carnevale, annullò la sentenza della Corte d'Assise d'appello fiorentina - e ci sono state condanne passate in giudicato, fra cui quella all'ergastolo di Pippo Calò, fedelissimo di Totò Riina, e a 22 anni di Friedrich Schaudinn, il tecnico tedesco che avrebbe realizzato il congegno usato per l'esplosione. Il procuratore di Firenze Filippo Spiezia ieri ha spiegato che a quattro decenni dall'attentato si sta ancora lavorando. In particolare sono stati acquisiti "atti dei Servizi declassificati presso l'archivio storico di Roma e anche atti presso varie autorità giudiziarie". Accertamenti che mirano a individuare altri presunti mandanti ed esecutori dell'attentato. Entro la primavera la procura attende "una corposa informativa dei Ros".
La nuova inchiesta si concentra sull'eventuale esistenza di un'area che legherebbe Calò all'estrema destra e ad esponenti dei servizi segreti. Obiettivo inoltre è quello di accertare chi abbia fornito l'esplosivo utilizzato, del tipo semtex. In precedenza, nell'aprile 2011 si aprì un nuovo capitolo che non è mai stato possibile concludere, con l'arrivo da Napoli di un'ordinanza di custodia cautelare per Totò Riina: il capo di Cosa Nostra era considerato il mandante della strage. In primo grado a Firenze nel 2015 Riina fu assolto per mancanza di prove e nel 2017, due mesi prima della sua morte a Parma dove stava scontando ventisei ergastoli, arrivò lo stop all'appello e il rinvio a data da destinarsi del processo, poi estinto in conseguenza del decesso.
"La mafia, in quella strage, compì anche un'azione di valenza terroristica, tanto che proprio in questa indagine fu coniata per la prima volta la locuzione 'terrorismo mafioso'", disse il procuratore distrettuale di Firenze ed ex procuratore nazionale antimafia Pierluigi Vigna, che condusse l'inchiesta sull'attentato e fu pm al processo di primo grado. Il rapido 904 era partito da Napoli carico di persone in viaggio per le feste di fine anno e aveva fatto sosta a Roma, per proseguire alla volta di Firenze, da dove era ripartito con 607 passeggeri. Secondo gli inquirenti fu alla stazione di Firenze che in due borse venne collocato sul vagone l'ordigno. Rivendicarono l'attentato ben 23 organizzazioni di estrema destra, estrema sinistra e gruppi stranieri. Gli inquirenti però non diedero eccessivo credito ad una matrice esclusivamente politica, ritenendo più attendibile una "feroce risposta" alle rivelazioni di Tommaso Buscetta che proprio in quei giorni avevano "messo in ginocchio la mafia". Fu battuta anche una "pista napoletana", che portò tra l'altro all'arresto del presunto boss della camorra del rione Sanità Giuseppe Misso e del parlamentare missino Massimo Abbatangelo, dapprima condannati all'ergastolo e poi assolti dall'accusa di strage.
(ANSA). 2024-12-21T16:17