Egregio direttore, va avanti lento e inarrestabile il declino della categoria dei giornalisti. Lo vedi da segnali vistosi ma anche da fatti in apparenza minori. Ti voglio segnalare una notizia che non ha avuto la circolazione che merita.
Fino al primo luglio del 2022, quando c’è stato il passaggio dall’Inpgi, l’istituto di previdenza dei giornalisti, all’Inps le somme versate dai pensionati per il pagamento della Casagit, la cassa di assistenza sanitaria integrativa, non rimborsate dalla Cassa venivano restituite dall’Inpgi scalandole direttamente dalle tasse sulla pensione. Così ha fatto anche l’Inps per il secondo semestre del 2022. Poi l’istituto, dall’aprile scorso presieduto da Gabriele Fava, ha abbandonato questa strada ‘virtuosa’.

Otterranno così nella pensione di agosto la restituzione in media di oltre mille euro (in certi casi anche di più, in altri di meno). Se un giornalista ha una pensione superiore a 50mila euro può recuperare il 43 per cento del contributo versato nel 2023 alla Casagit.
Ma come si ‘conquista’ il rimborso? Il pensionato deve scaricare dal sito della Casagit la certificazione dei contributi che ha versato e consegnarla al suo commercialista o a un Caf.
In tempi di magra sono informazioni preziosissime che andrebbero fatte girare con insistenza. Penso, ad esempio, che la Casagit, l’ente guidato da Gianfranco Giuliani, dovrebbe informare in maniera chiara e tempestiva con comunicazioni individuali, magari con la stessa lettera con quale chiede il pagamento del contributo, tutti i suoi iscritti pensionati che sono diverse migliaia.Va inoltre ricordato che al pensionato spetta comunque, in aggiunta a questa deducibilità, anche la detrazione del 19 per cento delle somme sanitarie che ha speso nel 2023 rimaste a suo carico perché non rimborsate dalla Casagit.