La riforma della lingua

Cos’altro è la tenacia, se non la sicurezza di sé, la determinazione e la ferrea volontà di portare avanti un progetto e le idee in cui si crede? Un indimenticabile direttore del Roma, Gennaro Sangiuliano per gli intimi Genny, sedeva alla propria scrivania incutendo timore reverenziale per il suo spessore (suo di Genny, non della scrivania) e per un manifesto che aveva fatto piazzare alle proprie spalle. Diceva, non Genny ma il poster: Se un uomo non è disposto a rischiare per le proprie idee, o lui non vale niente oppure non valgono niente le sue idee. Per sicurezza c’era la firma e la foto di Ezra Pound. E probabilmente adesso vi viene da ridere pensando alla faccia triste del poeta americano.
Ma per le proprie convinzioni si combatte con feroce ostinazione, con la consapevolezza di essere nel giusto. Come al Cormezz: il direttore Marco Demarco e i suoi deskisti sanno che la battaglia sarà dura e lunga, costellata di amarezze e delusioni cocenti, ma la riforma della lingua italiana si farà. Ogni titolo, occhiello, sommario, in via San Nicola alla Dogana viene letto e riletto mille volte. Spesso ci viene da pensare, i membri del komintern si lanciano sguardi interrogativi: Ma il lettore capirà? Sarà successo così anche mercoledì 8 ottobre osservando soddisfatti la pagina di Economia, curata da Paolo Grassi, ricca di numeri e di elaborazioni grafiche. Si parla di aziende edili campane e delle inguaribili piaghe del comparto. “Nero e abusivisti ci danneggiano” sparano a sei colonne da San Nicola (l’articolo è di Fabrizio Geremicca), alla faccia di quegli spocchiosetti di Nicola Zingarelli, di Ottorino Pianigiani, di Giacomo Devoto e Gian Carlo Oli, che con quei cognomi farebbero bene a mettere su una trattoria con mescita di vini. E lo scontro non lascerà feriti o prigionieri. Il lettore capirà, con il tempo.

Masino Pavese

(*) Da writing.upenn.edu
(**) Da documentari.iobloggo.com
 
Gennaro Sangiuliano
Ezra Pound (*)
Marco Demarco
Giacomo Devoto (**)