Acque agitate al Cormezz
per l'ordinanza Cosentino

IL 9 NOVEMBRE non è stato un giorno facile per i cronisti napoletani di politica e di giudiziaria. Dopo un’attesa durata molti mesi circola la notizia che il gip Raffaele Piccirillo ha deciso di firmare la richiesta di arresto di Nicola Cosentino, deputato e coordinatore campano del Pdl, nonché sottosegretario all’Economia del governo Berlusconi, avanzata dai pubblici ministeri Alessandro Milita e Giuseppe Narducci. Un controllo incrociato tra le

stanze romane dei partiti e della Camera dei deputati con gli uffici giudiziari partenopei dà la conferma che la notizia, anticipata tre giorni prima dal Roma di Italo Bocchino, è fondata e si apre la caccia all’ordinanza del gip. Nel pomeriggio alcuni cronisti entrano in possesso del


Nicola Cosentino e Marco Demarco

prezioso documento, che il Corriere della sera metterà integralmente in rete: tra i cacciatori vittoriosi ci sono i cronisti di giudiziaria del Mattino, di Repubblica Napoli e dell’Ansa (Leandro Del Gaudio, Dario Del Porto, Enzo La Penna), l’inviato della Stampa Guido Ruotolo e Fulvio Bufi, redattore del Corriere della sera con base Napoli. E Bufi, per amicizia e per sinergie di gruppo, ne gira una copia a Titti Beneduce, cronista di giudiziaria del Cormezz. La notizia vola nello stanzone dei redattori a via San Nicola alla Dogana e in tre chiedono copia dell’ordinanza: Gianluca Abate, che segue la giudiziaria, e i cronisti politici Angelo Agrippa e Simona Brandolini. Qui cala il sipario sulla prima scena.
Alziamolo ora sulla seconda scena; siamo al pomeriggio di martedì 10 novembre. Tra gli addetti ai lavori gira voce che il testo dell'ordinanza sia stato inviato la sera prima all'entourage del sottosegretario da un giornalista del Corriere del Mezzogiorno. Bufi è furioso perché l’iniziativa, che in maniera eufemistica definiamo sconsiderata, può creare problemi gravi su vari fronti. Sta lavorando all'articolo del giorno successivo con un inviato del Corriere della sera e insieme vanno alla redazione del Cormezz per parlare con Marco Demarco. Il direttore ascolta e minimizza.
Superato lo show down, siamo alla terza scena. Informato della vicenda, il direttore del Corsera Ferruccio de Bortoli chiama Demarco e gli chiede conto di quanto è successo. Lasciamo quindi le stanze di via Solferino e ci


Leandro Del Gaudio, Dario Del Porto, Gianluca Abate e Enzo La Penna

trasferiamo negli ambienti meno trasparenti di San Nicola alla Dogana. Nella mattinata dell’undici novembre Demarco avrebbe deciso che del Pdl campano non si sarebbe più occupato Angelo Agrippa; poi c'è forse un chiarimento perché la decisione dura lo spazio di un pomeriggio e in serata il Pdl sarebbe stato restituito ad Agrippa. Qui ora ci fermiamo. Avremmo voluto sentire i protagonisti, a cominciare dal direttore del Corriere della sera, ma de Bortoli, interpellato da Iustitia, ha fatto sapere che sulla vicenda non intende rilasciare dichiarazioni. In fondo è una scelta comprensibile perché i giornalisti del Cormezz non sono suoi redattori, ma dipendenti di una società controllata dalla Rizzoli-Corriere della sera, l’Editoriale del Mezzogiorno srl, che ha una propria autonomia aziendale.
La vicenda dell’ordinanza per Cosentino si inserisce in una linea di forte sostegno ai vertici campani del Popolo della libertà decisa ormai da tempo da Demarco. Citiamo soltanto due episodi. Il 24 dicembre nella pagina delle opinioni il Cormezz ha ospitato un commento del senatore del Pdl Luigi Compagna, che, tra un attacco alla magistratura e una difesa di Cosentino, sembra quasi riproporre la candidatura del sottosegretario alla presidenza della Regione Campania. Il 6 novembre, durante la cena a largo Donnaregina che il cardinale Crescenzio Sepe organizza ogni anno in autunno con i direttori dei giornali napoletani, l’ex vice direttore dell’Unità Marco Demarco

ha contestato con forza il direttore del Roma Antonio Sasso. Oggetto dell’attacco lo scoop messo in pagina quel giorno dal Roma sull’imminente firma della


Angelo Agrippa, Simona Brandolini, Fulvio Bufi e Giuseppe Narducci

richiesta di arresto, scoop che veniva smontato sul versante politico (un attacco al Pdl dal giornale di Bocchino) e giornalistico (è una notizia non vera). Tre giorni dopo i fatti dimostreranno che Demarco si sbagliava.
E sarà forse il sostegno convinto del Cormezz a Cosentino e a Luigi Cesaro che sta alimentando le voci che girano con insistenza negli ambienti politici e giornalistici sulla partecipazione di Demarco alla sfida elettorale di marzo; si parla di una sua  candidatura al consiglio regionale o di un incarico da assessore nella giunta Pdl che dovrebbe raccogliere l’eredità di Bassolino.