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Roma, Sasso
va in pensione |
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COMINCIA ADOLESCENTE a scrivere i tabellini delle partite del calcio minore al Roma di Achille Lauro (il direttore è Alberto Giovannini); fa la gavetta, lavorando anche come amministrativo, e conquista il praticantato nel febbraio 1979 al Roma di Ercole Lauro (direttore Antonio Spinosa); trenta anni dopo, il primo gennaio 2010, Antonio Sasso va in pensione da direttore |
del Roma, resuscitato da Giuseppe Tatarella e controllato da Italo Bocchino.
Napoletano, sessanta anni compiuti a settembre, maturità scientifica al Cuoco, studi di Ingegneria navale e poi di Giurisprudenza mollati quasi subito, dal 1980 professionista, Sasso ha
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Achille Lauro, Ercole Lauro e Giuseppe Tatarella |
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una storia ricca di esperienze (Napolinotte, Il Giornale di Napoli, La Città), ma il Roma è il filo conduttore, con il padre funzionario della Flotta Lauro.
In ogni caso l’unico mutamento vero che scatta per Sasso con il 2010 è di tipo previdenziale, perché rimarrà alla sua scrivania e continuerà a fare il direttore responsabile del Roma, mantenendo l’incarico anche in gerenza.
Alla posizione di Sasso è dedicata una delle sette pagine dell’accordo firmato il 21 dicembre nella sede dell’Associazione napoletana della stampa; le quattro pagine principali riguardano il verbale dell’intesa tra le parti e le ultime due l’organico giornalistico.
All’incontro erano presenti per le Edizioni del Roma scarl il rappresentante legale Salvatore Santoro, assistito dal consulente del lavoro Lorenzo La Duca; il presidente dell’Assostampa Vincenzo Colimoro; il comitato di redazione del giornale formato da Salvatore Caiazza, Antonella Monaco, Claudio Silvestri e, in rappresentanza dei collaboratori con contratto, Luigi |
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Salvatore Santoro e Antonio Sasso
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Sannino; il direttore Antonio Sasso. L’accordo, approvato il 19 dicembre all’unanimità dall’assemblea del Roma, dovrà passare ora al vaglio del ministero del Lavoro.
Punto centrale dell’accordo, che ha validità un anno e che verrà monitorato con |
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verifiche mensili e trimestrali tra azienda e sindacato, è l’applicazione di contratti di solidarietà per tutti i dipendenti con un’autoriduzione dello stipendio del 30 per cento e il corrispettivo taglio dell’orario di lavoro settimanale, che passa da 36 ore a 25 ore e trenta minuti. |
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