Non è unico il caso della coppia magica

Cara Iustitia,
in merito alle varie lettere pubblicate sulla vicenda della coppia magica Cafiero-Messina, mi viene da dire: "Ci mancava solo la scuola di Suor Orsola". In realtà, quella che da tempo vorreste dipingere come la "Gea" (il riferimento è agli articoli recenti di Iustitia, consultabili in archivio, che parlano della triade Camilli-D’Alessandro-Milone, ndr) del giornalismo non è altro che una novità pienamente in linea con l'andazzo napoletano. Da 45enne soddisfatto di me e deluso per ciò che vedo intorno a me, non posso che essere disgustato da quest'ennesima offesa alla nostra pericolante professione. In un'epoca dove le pubblicità di master e corsi di formazione sono più visibili di quelle della Coca-cola, mi preoccupa che tale mercificazione si sia estesa al nostro mondo.
Come sottolineava la collega che si firma "Anonima precaria napoletana", la scuola di Suor Orsola non è altro che un efficace mezzo messo a disposizione dei tanti "figli di" che non se la sentono di dedicare i migliori anni della loro vita ad un'attività che comporta enormi sacrifici.
Purtroppo, il caso estivo della coppia magica Cafiero-Messina è solo quello più visibile. In tema di "figli di" c'è chi non è da meno. Basti pensare ad un noto quotidiano napoletano che è riuscito nell'impresa di accogliere tre rappresentanti di questa fortunata e variegata "categoria" (tra figli di magistrati e figli di politicanti) nel breve spazio di sei mesi. Anche in questo caso sono stati buttati nel wc i giorni di precariato accumulati e le sostituzioni estive effettuate senza contratto dai vari precari in cerca di spazio.
La scalata della coppia magica, quindi, non è nulla rispetto al tris di "figli di". Ai posteri l'arduo compito di giudicare se sia un tris d'assi o di ciucci.

L'inkazzato occasionale
 
Pierluigi Camilli
Lucio D'Alessandro
Massimo Milone