Napolipiù, nuovi
formula e formato

NUOVA RIVOLUZIONE A Napolipiù, il quotidiano fondato e diretto da Giorgio Gradogna. La data di nascita de ‘La Verità’ è il 16 dicembre ’97; con lo slogan ‘il quotidiano dei napoletani veraci’, punta a diventare la voce dei vicoli. C’è un grande sforzo della cooperativa L’Editoriale La Verità messa su da Gradogna (tra i fondatori c’erano l’allora direttore Domenico Di Meglio, uomo tutto del quotidiano Il Golfo, Emilio Gioventù, ora a Italia Oggi, Luigi Roano, redattore del Mattino, Carmen Plotino, grafica del Corriere della sera, Enrico Di Girolamo, ufficio stampa della Provincia di

Vibo Valentia, con Marco Di Bello e Antonio Di Costanzo, rimasti nella redazione di via Duomo), ma il giornale non decolla e i risultati in edicola sono molto modesti.
La seconda versione esordisce il 14 settembre 2002 con una nuova


Luca Colasanto, Giorgio Gradogna e Alberto Marzaioli

testata, Napolipiù, e diventa il giornale del tempo libero, con grande spazio riservato allo sport e agli spettacoli. Anche in questo caso le vendite non lievitano, ma da un anno è maturata l’ammissione ai contributi pubblici e l’ossigeno di Stato consente di andare avanti con maggiore tranquillità; per il 2005 il finanziamento è di 1.330mila euro.
Sperando nell’aiuto di San Gennaro, il 19 settembre vedrà la luce la terza formula alla ricerca del lettore che non si trova: Napolipiù, in edicola tutti i giorni tranne il lunedì, sarà centrato sulla vita delle dieci municipalità cittadine, alle quali verranno ogni giorno riservate quindici pagine; tra gli slogan da scegliere ‘il tuo quartiere quotidiano’ o ‘il quotidiano per vivere il tuo quartiere’. Cambia il formato che diventa 28 x 38, le dimensioni di giornali free press come Leggo e City, per 48/56 pagine di cui almeno otto a colori, che possono salire fino a 32, e il prezzo in edicola viene tagliato da novanta a cinquanta centesimi. Il martedì le pagine diventano 72, di cui la metà riservate allo sport, con grande attenzione ai campionati degli sport minori. Con la sua Telestampa Sud di Vitulano, in provincia di Benevento, che utilizzerà una rotativa nuova, lo stampatore è sempre Luca Colasanto, titolare di una


Marco Di Bello, Alfonso De Biase, Donatella Gallone e Emilio Gioventù

piccola quota della società proprietaria della testata e dalla primavera 2005 consigliere regionale di Forza Italia.
Al varo del quotidiano dei quartieri

Napolipiù si presenta con ventuno dipendenti: sedici redattori e cinque amministrativi, mentre negli ultimi mesi si sono dimessi gli articoli uno Alfonso De Biase e Paola Terlizzi e la collaboratrice Annalisa Palmieri. Gli amministrativi sono il grafico Pasquale Amato, Monica Fasciglione, Anna Marigliano, Maria Palermo e Maria Rosaria Vela, mentre con Gradogna lavorano Donatella Gallone, Marco Di Bello, Antonio Di Costanzo, Sara Fornaro, Gianluca Mancuso, Ciro Pellegrino, Giuseppe Porzio, Gabriele Scarpa, Antonio Vastarelli e i praticanti Massimiliano Bonardi, Arnaldo Capezzuto, Maria Giovanna Capone, Alessandro Migliaccio (che andranno a sostenere l’esame per professionista nella sessione di ottobre), Francesco Maria Cirillo e Gustavo Gentile, direttore amministrativo del Giornale di Napoli quando era controllato da Carmelo Conte.
“Con il formato – dice Gradogna – cambiamo anche la sede. Per migliorare la qualità del lavoro ci spostiamo di un centinaio di metri, da via Duomo a un palazzo che dà su via Marina, passando da 150 a 330 metri quadri. Nella nuova redazione intitoleremo la sala riunioni ad Alberto Marzaioli, il nostro

amico e collega scomparso a febbraio. Ora l’obiettivo è muovere le vendite, mentre la pubblicità è già su livelli accettabili: nel 2005 abbiamo fatturato 755mila euro. E siamo


Capezzuto, Di Costanzo, Porzio e Vastarelli

primi tra i quotidiani della nostra fascia, Roma e Cronache di Napoli; del resto basta sfogliare i giornali per verificare. Ma il settore è flagellato da politiche più che aggressive, con ricorrenti episodi di svendita; c’è il rischio che tra un po’ ci ritroveremo a regalare la pubblicità. Penso alla corsa al ribasso della Rcs con il Corriere del Mezzogiorno, che vende blocchi, anche da cinquanta pagine intere, a prezzi stracciati”.