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Dai carabinieri
lezioni di diritto |
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NO, LA DELEGA “del Procuratore della Repubblica distrettuale di Napoli” non bastava più. E così, in una velina del 9 febbraio dei carabinieri del comando provinciale di Napoli, guidati dal generale Enrico Scandone, mentre il responsabile per la Campania è il generale di brigata Antonio Jannece, sull’arresto di quattro pregiudicati vicini al clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia, viene aggiunta per i |
giornalisti una mini-lezione di diritto processuale penale: “si comunica (nel rispetto degli indagati, da ritenersi presunti innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento fino a definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile)”. La sentenza 'irrevocabile' è il terzo grado di giudizio, quello della Corte di cassazione.
In attesa della sentenza, Procura e carabinieri ritengono di non |
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Giovanni Melillo |
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farci sapere i nomi degli arrestati, l’età, i precedenti penali. La 'delega' del Procuratore Giovanni Melillo consente appena di rendere noto che si tratta di “4 persone gravemente indiziate del reato, in concorso tra loro, di un’arma da guerra e del relativo munizionamento”, L’arma fu trovata l’8 marzo 2021 in un edificio di Castellammare di Stabia. Ma dove, esattamente? Non si può sapere neanche questo. Aspettate la Cassazione, la sentenza depositata in cancelleria, la notifica alle parti e saprete.
I carabinieri del comando provinciale di Avellino, il comandante è il colonnello Luigi Bramati, si adeguano al clima di trasparenza, nella 'società aperta' in cui viviamo, e a loro volta, sempre il 9 febbraio, ci informano che “un uomo di Monteforte Irpino è stato denunciato per tentato furto” dopo essere stato sorpreso in “atteggiamenti sospetti” da una guardia giurata nell’ospedale Moscati. Certo, per i denunciati il nominativo di solito viene omesso. Qui, però, non ci dicono l’età e non ci spiegano neanche quali fossero gli “atteggiamenti sospetti”, visto che la denuncia è per tentato furto. Sarà “per non compromettere l’esito delle indagini”, secondo la nota formuletta che copre tutti i silenzi e le omissioni? Nella velina dei carabinieri di Avellino la delega della |
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Domenico Airoma |
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Procura, il capo in Irpinia è il magistrato Domenico Airoma, non è citata, ma la lezione di diritto processuale penale è ancora più ampia ed occupa cinque righe di una velina di 13: “tale comunicazione è effettuata nel rispetto dei diritti degli indagati (da ritenersi presunti innocenti in considerazione dell’attuale fase del procedimento – indagini preliminari – fino a un definitivo accertamento di colpevolezza |
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con sentenza irrevocabile) e al fine di garantire il diritto di cronaca costituzionalmente garantito”.
Giornalisti ignoranti, che pretendete di sapere il nome di chi è stato arrestato e i suoi precedenti penali, imparate e sappiate attendere i tempi della Giustizia. A “garantire il diritto di cronaca costituzionalmente garantito” ci pensiamo noi |
Aramis de Vannes |
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