Nessuno legge più i quotidiani

L’undici febbraio il Mattino pubblica a pagina 8 un “reportage” di Cristiano Tinazzi sulle “Cecchine con il rossetto”, un viaggio in prima linea tra i soldati ucraini che presidiano il confine a poca distanza “dall’autoproclamata repubblica di Donetsk”.
È un buon servizio e due giorni dopo il Mattino torna sull’argomento con un “racconto”, ancora di Cristiano Tinazzi, piazzato a pagina tre. Basta cominciare a leggere per scoprire che è lo stesso servizio pubblicato l’undici febbraio con il taglio delle dieci righe iniziali e delle 25 finali. Viene allora il dubbio che la ripetizione non sia opera del desk del Mattino ma del Messaggero.
Puntuale arriva la conferma. Il quotidiano di via del Tritone ha pubblicato l’undici e il 13 febbraio le due pagine girate al Mattino. Anche a Roma il servizio ripetuto viene collocato in posizione di pregio, a pagina 3. Una scelta che presuppone una valutazione attenta dei vertici del giornale.
Rimane allora da chiedersi: i direttori (Massimo Martinelli nella capitale, Federico Monga al Mattino), i vice direttori, i redattori capo centrali, stiamo parlando di otto persone a Roma (con il direttore i vice Osvaldo De Paolini vicario, Guido Boffo, Alvaro Moretti, i redattori capo Barbara Jerkov responsabile, Antonio Crispino, Marco Gorra, Lucia Pozzi) e cinque a Napoli (con il direttore il responsabile Vittorio Del Tufo, Pietro Perone vicario, Aldo Balestra, Antonella Laudisi), leggono almeno i servizi principali? La risposta è: evidentemente no, nessuno dei tredici ‘capi’ ha guardato gli articoli che metteva in pagina.

Martin Beck