Essere oggetti di pregiudizio è una delle cose peggiori che possano capitare. Quante volte è successo con amici, professori o superiori di essere etichettati in qualche modo e portare ad libitum quella definizione? «Esposito, quando c'è confusione in classe lei ne è sempre la causa!» Macché professoressa, ero zitto e tranquillo. «Antonio hai di nuovo strisciato la macchina di papà!» E invece la colpa era di un automobilista poco pratico nei parcheggi.
Insomma, di esempi se ne possono far tanti. Purtroppo è ciò che è accaduto a un operaio 27enne che, ci riporta Nello Mazzone sul Mattino dell'8 febbraio, ha mandato in ospedale la compagna 35enne, incinta, prendendola a calci, pugni e morsi alle orecchie. Mazzone scrive già al quinto rigo dell'articolo che il 27enne ha «numerosi pregiudizi di polizia alle spalle».
Dev'essere terribile convivere con un'etichetta simile. Non solo essere oggetto di pregiudizi, ma per di più “di polizia”. Una situazione difficile per il nostro operaio, che adesso dovrà faticare non poco per ristabilire il suo buon nome e liberarsi dai pregiudizi che, diceva Einstein, sono più difficili da rompere rispetto a un atomo.
Illeso, fortunatamente, il feto che porta la compagna. Speriamo che, dopo questo incidente, il piccolo non abbia pregiudizi sul papà. |