Abbandonate le bambole, Pierluigi Bersani ha citato il Vangelo Non  sappia la sinistra quello che fa la destra (Matteo 6,1-4). In queste settimane  di campagna elettorale bisogna insomma evitare i toni aspri,  ragionare con serenità e guardare pragmaticamente ai problemi da  affrontare senza spaccare il capello in quattro. Cioè, ammonisce lo stesso Bersani,  non siamo qui a spegnere le candeline con gli estintori oppure, come sintetizza il suo avatar Maurizio Crozza, ad asciugar gli  scogli.  
Allora non fermiamoci a guardare  e ironizzare su banali errori di ortografia scappati sui tabelloni elettorali a  qualche candidato avversario. Proprio quello che è successo a Filippo Menconi, responsabile provinciale  di Massa Carrara (terra di marmo con l’anarchia nel cuore, cantavano una volta da  quelle parti) de La Destra,  guidata da  Francesco  Storace, ora impegnato a riconquistare la Regione Lazio, dopo le esperienze disastrose di Piero Marrazzo e Renata Polverini.  
Con  genuino entusiasmo Menconi si è gettato nella  mischia e in un manifesto gli è sfuggito, a lui e al tipografo, un Di Destra c’è ne una sola. 
Una sciocchezza. Importanti sono i programmi. E così anche nel Pd, dopo qualche tentativo di  sfottò, è intervenuto  il segretario nazionale a riportare tutti al  civile confronto. E a ricordare che non è il momento di contar le strisce alle  zebre.                  |