Campania, occupato
un giornalista su tre

IN ITALIA i giornalisti iscritti all’Ordine sono 102.073, mentre gli iscritti all’Inpgi, l’istituto di previdenza della categoria, sono 53.926, poco più del 50 per cento. I dati, aggiornati allo scorso 23 aprile, sono stati elaborati dal servizio 'Pianificazione, programmazione e controllo' dell’Inpgi e certificano innanzitutto un fallimento: gli Ordini regionali e l’Ordine nazionale, il cui primo compito è la tenuta degli albi, hanno elenchi gonfiati da migliaia di iscritti che

non svolgono attività giornalistica o che la svolgono in forme anomale senza versare contributi all’istituto di previdenza.
La forbice è stata segnalata nel corso dell’ultimo consiglio dell’Ordine nazionale tenuto a metà maggio, ma


Enzo Iacopino e Enrico Paissan (*)

il dato clamoroso è scivolato via senza che venissero decise iniziative. Il motivo è semplice. Le anime morte iscritte agli albi, cioè i giornalisti che non fanno i giornalisti, non chiedono niente agli Ordini, ma per legge versano in media ogni anno cento euro di iscrizione, quindi se gli iscritti fasulli sono ad esempio ventimila, cancellarli significa rinunciare a due milioni di euro facili.
In attesa che dal vertice dell’Ordine nazionale (il presidente Enzo Iacopino, il vice Enrico Paissan, il segretario Giancarlo Ghirra e il tesoriere Nicola Marini) e dagli altri componenti del comitato esecutivo (Ugo Armati, Maria Chiara Aulisio, Fabio Benati, Mario Roncalli e Fiorenza Sarzanini) arrivino parole chiare e iniziative concrete, passiamo a esaminare i numeri della Campania che, come quasi sempre accade, sono nettamente peggiori dei dati nazionali. Nella regione gli iscritti all’Ordine sono addirittura 10.373: i professionisti arrivano a 1.426; i pubblicisti sono come la popolazione di un comune medio-piccolo: 8.758; con giornali in flessione e grandi aziende che tagliano, i praticanti  sono 189, ripetiamo 189. Va anche detto che la situazione oggi è probabilmente peggiorata perché questi numeri sono stati forniti all’Inpgi nel maggio 2011.
Vediamo ora la situazione dal versante Inpgi: gli iscritti alla gestione principale (giornalisti con articolo 1) sono 1.818, di cui 148 pensionati e 1.670 in attività;


Ugo Armati (**) e Maria Chiara Aulisio

gli iscritti alla gestione separata (collaboratori) sono 1.759 e gli iscritti a entrambe le gestioni sono 652; quindi in totale i giornalisti campani che hanno una posizione previdenziale sono 2.925, il 28 per cento dei nomi presenti negli albi di via Cappella Vecchia. Gli altri

dove sono e che cosa fanno? Su questo punto sarà interessante verificare se il presidente dell’Ordine campano Ottavio Lucarelli, quasi sempre silente sulle questioni spinose, ha qualche risposta.
Ultime due notazioni. Dopo Lombardia e Lazio, l’Ordine della  Campania con oltre diecimila giornalisti è il terzo d’Italia, ma nella graduatoria dei giornalisti iscritti alla gestione separata crolla al settimo posto nettamente staccata da Toscana, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna, nessuna delle quali raggiunge i settemila iscritti all’Ordine. Perché?
Chiudiamo con i praticanti. In Campania sono 189, di cui 66 iscritti alla gestione principale e tre alla gestione separata. Ne restano 120 dai quali vanno sottratti gli ‘studenti’ delle due scuole di giornalismo campane. Tutti gli altri dove lavorano? E perché l’Ordine li ha iscritti senza mai segnalare all'Inpgi le posizioni anomale di praticanti senza contratto?


(*) Da www.consiglio.provincia.tn.it
(*) Da www.giornalistinellerba.it