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Confindustria, a giudizio
capo della comunicazione |
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IL 22 MAGGIO il giudice Marcello De Chiara del tribunale penale di Napoli ha firmato il rinvio a giudizio per ‘truffa aggravata per il conseguimento di erogazione pubblica’ nei confronti del giornalista Alfonso Ruffo, editore e direttore del Denaro, un giornale campano che nasce come settimanale nel 1991 per trasformarsi in quotidiano nell’ottobre 2001 e chiudere la sua traiettoria nel gennaio del 2014 con il licenziamento degli ultimi redattori rimasti in servizio. Al centro del lavoro della magistratura i contributi pubblici percepiti dal Denaro: oltre 27 milioni nell’arco di sedici anni. Inizialmente le indagini della procura di Napoli sono state coordinate dall’aggiunto Fausto Zuccarelli che nel |
luglio del 2015 chiese il sequestro preventivo dei beni del direttore del Denaro fino a 16 milioni di euro; successivamente sono passate all’aggiunto Vincenzo Piscitelli, mentre l’accusa in |
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Luca Bancale, Alfonso Furgiuele e Vincenzo Piscitelli |
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aula è stata affidata al sostituto Giorgia De Ponte. E nell’udienza del 22 maggio si è costituita parte civile la presidenza del consiglio con Vinca Giannuzzi Savelli dell’Avvocatura dello Stato.
Come richiesto dai legali di Ruffo, Alfonso Furgiuele e Luca Bancale, De Chiara ha ritenuto prescritte le ipotesi di reato relative alle somme percepite dal 2008 al 2010, ma non le successive del 2011 e del 2012 e ha fissato l’udienza per il giudizio al 29 marzo 2019 davanti al giudice Paola Valeria Scandone della settima sezione penale.
I problemi giudiziari non hanno però rallentato la carriera di Ruffo. Cinque mesi fa il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia e il direttore generale Marcella Panucci gli hanno affidato un importante incarico: responsabile dell’Area comunicazione di viale dell’Astronomia con decorrenza dall’otto gennaio. |
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