Per ventidue anni,  dagli esordi al periodico locale Campania sport fino all’assunzione al Mattino, Antonello Velardi ha cambiato molte  testate e ha lavorato a Milano, Roma e Napoli. Con l’arrivo a via Chiatamone finalmente  si stabilizza. 
                Per le note  biografiche relative al periodo che precede l’esperienza al Mattino Iustitia  ripubblica il servizio messo in rete il 19 ottobre del 2002.  | 
        
        
           
             
            Quarant’anni,  casertano con natali a Casagiove e residenza a Marcianise, Antonello Velardi  pubblica i primi articoli su Campania  Sport, periodico diretto da Fulvio  Arpaia, quando è ancora al liceo, poi collabora con l’agenzia Rotopress.  
  “Nel 1981 – ricorda -  vinco  una delle borse della seconda edizione dell’iniziativa promossa dalla Fieg e  dalla Fnsi. Tra gli altri vincitori ci sono Vincenzo Nigro di Repubblica, Manuela  Piancastelli, Pietro Treccagnoli e Angelo Cerulo, mentre dalla prima  edizione vennero fuori Mariella Cirillo, Massimo Corcione, Titta Fiore, Titti Marrone e Francesco  Romanetti. Come borsista vado a Milano alla Gazzetta dello sport diretta da Gino Palumbo, dove eredito da Corcione  la scrivania e l’incarico di seguire lo sport nel Triveneto; nell’estate del  1982 sono alla redazione napoletana dell’Ansa guidata da Umberto Borsacchi”. 
            La  borsa non diventa contratto e per un anno e mezzo Velardi insegna alle scuole  elementari di Marcianise. 
  “Come tutti i cafoni, penso di dover strafare  per mettermi alla pari con gli altri. Sono un collezionista di titoli. Massimo  dei voti alla maturità scientifica, poi da privatista il diploma magistrale;  primo in provincia di Caserta al concorso per l’insegnamento nelle scuole  elementari; laurea in Giurisprudenza e subito dopo l’abilitazione per avvocato,  mentre mi manca l’esame di inglese (ed è un ritardo grave perché mia moglie  insegna inglese) per laurearmi in Scienze politiche”.  
            Nel  1985 arriva l’assunzione all’Ansa,  dove rimane sette anni. Nel 1987 comincia a collaborare con Luciano Grasso, corrispondente da Napoli  del Giornale di Indro Montanelli. 
  “In quel periodo conosco Giovanni Mottola, che è redattore capo centrale del Giornale (e  oggi è vice direttore del Mattino,  ndr). 
  Nel 1992 vengo assunto a Repubblica  Napoli, guidata da Alfredo Del Lucchese e dal vice Antonio Corbo con il  quale avevo già da tempo un ottimo rapporto. E nella redazione di piazza dei  Martiri conosco Mario Orfeo. Con il  passaggio a Repubblica vado a Milano per informare Montanelli e il vice  direttore Federico Orlando che lascio  la corrispondenza del Giornale, E proprio Orlando mi chiama due anni dopo per  chiedermi per partecipare al varo della Voce. Per qualche mese faccio l’inviato  per il Mezzogiorno, poi il responsabile delle pagine napoletane, fortemente  volute dai soci della società editrice Giorgio Fiore e Marco Zigon. Con  me in redazione ci sono Marco Esposito (ora responsabile delle pagine dell’Economia del Mattino, ndr), Claudia Marchionni, Furio  Pennisi e Mariano Ragusa”. 
            L’esperienza  della Voce ha vita breve. Velardi resta  fermo un paio di mesi, poi il vice direttore del Tg5 Massimo Corcione gli offre l’incarico di responsabile della  cronaca italiana del tg, con i gradi di vice redattore capo. Dopo due anni a  Roma, nella primavera del ’97 arrivano la telefonata di Marco Demarco, scelto da Paolo  Mieli per dirigere il Corriere del  Mezzogiorno, che gli propone di fare il vice, e il nuovo incontro con Giorgio  Fiore, che della nuova società è amministratore delegato. 
          Politicamente  il nuovo redattore capo centrale del Mattino viene considerato un centrista che guarda a destra. Una definizione che  giudica imprecisa. “Non sono un uomo di destra, - puntualizza – non sono un  conservatore. Sono un cattolico praticante e moderato attento ai temi della  giustizia sociale e al volontariato”. Velardi è sposato e ha due figli, Rossana di nove anni e Antonio di cinque.
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