Un presidente poco imparziale

Francesca Nardi, nata a Massa Carrara nel maggio del ‘48, casertana dal ’73, pubblicista da ventuno anni, dopo aver lavorato al Giornale di Napoli, Corriere e Gazzetta di Caserta, Roma, dal 2010 è direttore del tg di Teleluna di Caserta, che ha sospeso le trasmissioni dal primo novembre.
Il 21 novembre la giornalista ha inviato a Iustitia la mail indirizzata al presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli per segnalare alcuni comportamenti inspiegabilmente scortesi o ostili nei suoi confronti. Questo il testo

Caserta 21 novembre 2016

Alla cortese attenzione
del dottor Ottavio Lucarelli
Presidente del Consiglio
dell’Ordine dei Giornalisti
della Campania
e per conoscenza
Dr. Enzo Iacopino
Presidente del Consiglio
dell’Ordine nazionale dei Giornalisti
Dr. Giuseppe Giulietti
Presidente Fnsi
Consiglieri
Dr. Vincenzo Colimoro
Dr. Domenico Falco
Dr. Riccardo Stravino

Gentile presidente,
il 18 novembre u.s., come tu ben sai dal momento che ti ho spedito l’invito, ho presentato il mio libro “Codice inverso” e, come certamente avrai saputo, ho ricevuto in quella occasione, una splendida dimostrazione di affetto, che mi ha gratificato e ulteriormente esortato a continuare la mia ricerca. Ancora una volta, gentile presidente, non hai perduto l’occasione per tentare di farmi sentire una tizia appartenente all’Ordine degli aspiranti scribacchini della Patagonia, in attesa del diritto di asilo provvisorio, in codesto eccellentissimo Ordine che tu presiedi, con piglio severo e, presumibilmente, imparziale.
 Ancora una volta, la posa in opera della solita strategia: “facciamo finta di niente” è stato il segno distintivo nei miei confronti, del presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania e di coloro che, per indole,  predisposizione o scelta ragionata, ritengono che per diventare giornalisti di successo, prima di tutto si debba eseguire, naturalmente con un certo stile, la genuflessione rituale al “tuo” santino, informarsi quindi sui “tuoi” desiderata e tener conto delle “tue” indicazioni e poi di tutto il resto, caso mai restasse il tempo per dedicarsi a sciocchezze e pinzillacchere come la buona informazione.
Gentilissimo presidente, a fronte delle innumerevoli scortesie gratuite ed assolutamente ingiustificate (qualora esistano scortesie passibili di giustifica), di cui sono stata fatta oggetto negli anni, da parte tua e dei tuoi boys, ritengo sia appena il caso di mandare in frantumi questa inutile tolleranza da parte mia, per rammentarti, affinché la tua memoria sia sempre allenata,  il conto dei “paccheri in faccia” che, prodigo come il ricco Epulone, mi hai regalato a cominciare dal consentire che mi si nominasse relatrice e cancellarmi la sera prima di quel dato convegno, continuando con la cancellazione dall’elenco dei premiandi, sempre la sera prima della cerimonia in calendario, arrivando persino a pretendere che io non fossi relatrice  al convegno sugli Immigrati,  io che grazie ad un editore libero,  sono stata l’unica ad aver creato un Tg Immigrati in sette lingue (Tg Luna World News) e terminando con il silenzio assoluto su tutto ciò che ho fatto e, se ci pensi un attimo su, persino tu ti accorgerai che qualcosa ho fatto!, fino alla puntata più recente della mia storia di giornalista, una storia che ho scritto da sola, mi senti presidente dell’Ordine della Campania?, da sola fin dai tempi in cui lavoravo dieci ore al giorno al Giornale di Napoli per la cospicua somma di “NIENTE”, senza raccomandazioni, né pacche sulle spalle, né distensioni “in tabula”, né Ordini dei Giornalisti che si preoccupassero  se mi incendiavano la casa o mi gettavano fuori strada con la macchina o mi aspettavano per offrirmi il caffè.
Se qualcuno dovesse (magari persino tu potresti!) pensare “a schiovere” che le mie parole siano dettate dalla triste presa d’atto che il presidente dell’Ordine mi ignora e quindi “nun dorm a’ notte” sarebbe appena il caso di rassicurare le loro ansie e bloccare sul nascere ogni spasmodica ma faticosa manifestazione di solidarietà in quanto le altrui ansie da prestazione, compresa quella che sembra affliggerti quando mi leggi o  mi intravedi o mi senti, mi lasciano indifferente.
Ciò che mi ha esortato a rompere il silenzio è soprattutto la tenerezza che, nonostante tutto, le persone come te mi ispirano e che mi induce a contribuire alla tutela della tua immagine, alla quale ostinatamente continui ad attentare.
Gentilissimo presidente, poiché una delle note caratteristiche del tuo mandato è rappresentata dalla tua costante partecipazione agli eventi, anche i più banali rendendoti addirittura disponibile a partecipare alle fiaccolate, ogni qualvolta il gatto della Sora Rosa orina fuori dalla lettiera, innescando nelle fragili donzelle dalla penna d’oca con mania di protagonismo, l’illusione di essere minacciate qualche collega di quelli attenti e ribelli prima o poi potrebbe accorgersi che l’unica ad essere ignorata sono sempre e soltanto io e potrebbe addirittura sospettare che non riesci proprio ad essere imparziale. Ovviamente la tua pervicace volontà di ignorarmi a tutti i costi, potrebbe avere una spiegazione banale e plausibile: ti sono antipatica! In tal caso chi mai avrebbe il diritto di eccepire alcunché?, tranne forse un trascurabile particolare: non credo che un presidente dell’Ordine dei Giornalisti, possa consentirsi un comportamento Desigual soltanto perché qualcuno non gode delle sue simpatie. Nel dubbio che non sia così e che le regole siano cambiate, andrò a rileggere il regolamento e soprattutto i vari trattati su “etica del giornalista attraverso i secoli” e ripasserò nella mente tutte le belle frasi all’insegna della morale applicata, che ho dovuto ascoltare negli ultimi tempi, per mettere insieme quei  60 punti che avrei preferito mi fossero messi sulla fronte, senza anestesia, anziché sottostare e soggiacere ed essere costretta a sopportare, quello che ho dovuto sopportare in tema di condizionali e congiuntivi in libertà passando di striscio per la sintassi, per non citare contraddizioni tipiche del “predico bene e razzolo male”.  
Non credo, gentilissimo Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, che tu abbia diritto alcuno di risentirti, se ho osato rappresentare qualcosa che è sfuggito ai più. Sai, le antipatie roventi, talvolta prendono la mano ed inducono ad errori di comportamento che inevitabilmente scivolano nella scortesia. E tu scortese, per quel che mi riguarda lo sei stato una volta di troppo. Io ti ho invitato alla presentazione del mio libro, innanzitutto perché, ahimè, ho ricevuto una buona educazione del tipo “pianoforte ed acquerello” e poi perché il presidente dell’Ordine si invita anche quando non merita considerazione alcuna, anche quando non ha mai perso un’occasione per offenderti de facto, anche quando non comprende che sarebbe bastato un “Grazie, non posso intervenire a causa di precedenti impegni” per indurre la “più volte offesa” a dire: “Lo sapevo, ma perlomeno ha risposto educatamente” e chiudere ancora una volta a tuo favore l’ennesimo  tempo supplementare di una squallida partita. Buon lavoro e cordiali saluti

Francesca Nardi
 
Francesca Nardi
Ottavio Lucarelli
Enzo Iacopino
Giuseppe Giulietti
Riccardo Stravino