Va al Cormezz il primo
round con Piedimonte

DOPO SEI ANNI da precario al Corriere del Mezzogiorno Stefano Piedimonte ha deciso di imboccare la strada giudiziaria per ottenere il pagamento del suo lavoro. Era convinto di portare comunque a casa un riconoscimento monetario adeguato al lavoro svolto dal gennaio 2006 al dicembre 2012 (la richiesta era di 210mila euro), ma si sbagliava.
Come nei campi di calcio, nelle aule di tribunale il risultato non è mai scontato: il 6 novembre scorso il giudice del lavoro del tribunale di Napoli Carmen Lombardi ha rigettato il ricorso del giornalista e compensato le spesi tra le

parti che erano Piedimonte, difeso dall’avvocato Guido Grassi, e l’Editoriale del Mezzogiorno, la srl con presidente Alessandro Bompieri e amministratore delegato Domenico Errico, assistita dall’avvocato Luca Maione.

Alessandro Bompieri e Domenico Errico

Nella sentenza il giudice Lombardi è lapidaria: “il ricorso va rigettato per intervenuta decadenza”. E per quattro pagine motiva la sua decisione; secondo alcuni però le sue argomentazioni non sono del tutto convincenti.
Ci troviamo di fronte - è il commento di un esperto di diritto del lavoro - a una sentenza che, con un eufemismo, potremmo definire ‘innovativa’; stabilisce infatti che quand’anche non si impugni il licenziamento o la nullità del termine del contratto e si chieda soltanto il riconoscimento delle differenze retributive con l’accertamento della natura subordinata del rapporto si deve comunque rispettare il termine per l’impugnazione stragiudiziale che è di sessanta giorni dalla risoluzione del rapporto”.
La parola passa ora ai giudici che dovranno decidere l’appello già annunciato. Se però per Piedimonte, napoletano, trentacinque anni da compiere nei prossimi giorni, pubblicista dal 2006, praticante dal luglio 2011, una laurea in Lingue e letterature straniere all’Orientale, le notizie sul versante giornalistico

Roberto Saviano e Stefano Piedimonte

non sono positive, funziona bene il fronte letterario. Nel 2012 c’è l’esordio con il libro ‘Nel nome dello zio’ edito da Guanda e ripubblicato nei tascabili Tea;

l’anno successivo dà alle stampe il sequel ‘Voglio solo ammazzarti’, sempre con Guanda; a settembre del 2014 va in libreria, ancora con Guanda, con ‘L’assassino non sa scrivere’, che sta esaurendo la seconda edizione.
E nel settembre del 2013, nell’ambito della rassegna ‘Pordenonelegge’, Piedimonte ha portato in scena ‘Comicamorra’, una conversazione con Roberto Saviano su storie vere di camorristi dalla involontaria comicità.