I tre lanci dell'Ansa
sulla nuova indagine

Delitto Siani: pm vaglia rivelazioni su pista clan Giuliano
Dopo pubblicazione libro giornalista. Riserbo totale su indagini
(ANSA) - NAPOLI, 3 DICEMBRE - Le confidenze raccolte negli anni scorsi in carcere da un ex boss della camorra, Giacomo Cavalcanti. E l'inchiesta di un giornalista, Roberto Paolo, del quotidiano Roma, confluita in un libro appena pubblicato: ''Il caso non è chiuso: la verità sull'omicidio Siani''. E in realtà il caso dell'uccisione del giornalista Giancarlo Siani, avvenuta a Napoli il 23 settembre 1985, è stato ufficialmente riaperto. La procura della Repubblica, che aveva avviato negli anni scorsi una indagine sulla base dell'inchiesta giornalistica, sta vagliando fatti e circostanze che, se confermate, potrebbero offrire una nuova verità, che andrebbe ad aggiungersi o addirittura ribaltare la sentenza con la quale la Cassazione mise la parola fine alla vicenda giudiziaria, con la condanna di esponenti dei clan Nuvoletta e Gionta. Un lavoro delicato quello che i pm della Dda di Napoli, Henry John Woodcock e Enrica Parascandolo, stanno conducendo nel massimo riserbo. Vani i tentativi, dopo la pubblicazione del libro e di articoli di stampa sui nuovi elementi, di ottenere dagli inquirenti informazioni sullo stato dell'inchiesta.
Secondo le uniche indiscrezioni trapelate, per apprendere eventuali novità in un senso o nell'altro occorrerà attendere al massimo un paio di mesi. A palazzo di Giustizia si limitano a confermare che è in corso una attività investigativa. (ANSA).
LN 03-DICEMBRE-14 18:12

Delitto Siani: pm vaglia rivelazioni su pista clan Giuliano  (2)
(ANSA) - NAPOLI, 3 DICEMBRE - Il lavoro di inchiesta di Roberto Paolo ripropone uno scenario che in parte fu già al centro della prima indagine sul delitto che approdò tra l'altro all'arresto di un esponente del clan Giuliano, Ciro Giuliano detto 'o Barone, e di un rampollo della Napoli bene, Giorgio Rubolino (entrambi morti nel corso degli anni). Entrambi furono prosciolti in istruttoria e il caso fu riaperto solo in seguito alle rivelazioni di alcuni pentiti: la causa scatenante del delitto - sancirono le sentenze - fu un articolo nel quale Siani rivelava che il boss di Torre Annunziata Valentino Gionta era stato catturato dai carabinieri in seguito a una soffiata da parte dei suoi alleati del clan Nuvoletta.
Le nuove rivelazioni raccolte nel libro ''Il caso non è chiuso'', attribuiscono in particolare al clan Giuliano di Forcella la responsabilità dell'omicidio il cui movente sarebbe rappresentato dal fatto che Siani raccoglieva e pubblicava notizie che provocavano fastidio alla camorra nella gestione dell'affare delle cooperative di ex detenuti, sulla quale la cosca napoletana e quella di Torre Annunziata lucravano ingenti somme di denaro. Uno scenario che, secondo l'autore del libro, potrebbe anche integrarsi con gli elementi a carico dei Gionta e dei Nuvoletta, che secondo una ipotesi sarebbero coinvolti insieme con i Giuliano nella ideazione e nella esecuzione dell'omicidio. Il libro raccoglie le rivelazioni di un malavitoso, all'epoca quattordicenne, il cui nome è tenuto nascosto, che dichiara di essere stato il custode delle armi utilizzate per l'omicidio e indica come killer due esponenti di un gruppo di Chiaia alle dipendenze dei Giuliano. Una matassa dunque che i magistrati della procura stanno provando a dipanare nella più assoluta segretezza. (ANSA).
LN 3-DICEMBRE-14 18:36

Delitto Siani: ex boss, detenuto non confidò a me l'omicidio
(V. 'Delitto Siani: pm vaglia rivelazioni...' delle 18.12)
(ANSA) - NAPOLI, 3 DICEMBRE - Scrisse negli anni scorsi in un libro di aver raccolto in carcere la confessione di un detenuto che gli avrebbe confidato di essere l'autore dell'omicidio del giornalista Giancarlo Siani. Una rivelazione che determinò l'apertura di un fascicolo da parte della procura, che sta ora vagliando sia quelle affermazioni sia il contenuto di una inchiesta giornalistica sui retroscena del delitto e sull'ipotesi di altri presunti responsabili. Ora l'ex boss della camorra Giacomo Cavalcanti, autore del libro ''Viaggio nel silenzio imperfetto'', spiega in una intervista al quotidiano il Mattino che quella confidenza non gli venne fatta direttamente dal detenuto, un tale Paoletto, ma si trattò di una informazione cosiddetta de relato: a parlargli di Paoletto come killer di Siani, a suo dire, fu un boss dei Quartieri Spagnoli, Antonio Ranieri, detto Polifemo, ucciso nel 1999.
''Mi disse - afferma Cavalcanti - che un certo Paoletto gli aveva raccontato tutta la storia per accreditarsi nei suoi confronti. Gli raccontò di essere stato lui uno dei due killer di Siani e di aver agito per conto dei Giuliano di Forcella perché il giornalista era venuto a sapere troppo sulla vicenda delle cooperative di ex detenuti. Paoletto voleva lavorare per Polifemo e utilizzò il delitto Siani come credenziale per entrare nel nuovo gruppo''. Alla domanda sul perché avesse attribuito la confessione del delitto direttamente a Paoletto, Cavalcati ha spiegato: ''Appunto perché si trattava di un romanzo. Io ho scritto un libro non un atto giudiziario. Ho utilizzato la mia storia e quelle raccolte in carcere e le ho rielaborate per creare una trama, in racconto''. Cavalcanti spiega anche di non aver mai pensato di rivelare le circostanze riferitegli da Polifemo agli inquirenti: ''Assolutamente no. Queste cose non le faccio, non è così che funziona''. Si è fatto una idea della vicenda Siani? ''Io credo, ma la mia è solo una ipotesi basata su quello che mi è stato raccontato, che c'entrassero i Giuliano (il clan camorristico di Forcella, ndr)''.  (ANSA).
LN 3-DICEMBRE-14 20:15