"Il ragazzo bisogna solo comprenderlo"

Un declino progressivo ed impietoso. Da corsa allo scudetto si è passati ad un sicuro piazzamento Champions, poi ad un probabile posto in Uefa. Adesso, conti alla mano, la salvezza è certa. Ed il tifoso del Napoli vorrebbe comprendere le cause del tracollo.
Tra una rete gonfiata come inviato di Mediaset Premium, una comparsata alla trasmissione Number One e un collegamento radio con Kiss Kiss, il 14 aprile con lucida analisi tecnica ha chiarito la situazione Raffaele Auriemma, capo dello sport al Roma di Antonio Sasso: è morto il cane di Marek Hamsik, nuovo idolo di Fuorigrotta e in procinto, pare, di passare alla Juventus.
Auriemma ha scoperto che lo yorkshire del giocatore, forse deluso da come stavano andando le cose, “in un impeto irrefrenabile è precipitato attraverso la ringhiera di un balcone dal secondo piano della casa”. Vano il disperato tentativo di salvarlo, come direbbe un bravo cronista. “Marek ha provato anche a soccorrerlo, chiedendo il soccorso di un veterinario”, puntualizza incalzante Lello. “Guarda caso, accanto alla sua villetta abita proprio un medico specializzato nella cura degli animali (quindi un veterinario?). Ma il dottore non ha potuto fare altro che constatarne il decesso”. Ecco dunque chiarito il motivo della crisi del giocatore, che si riflette sui risultati della squadra. E chi ha, o ha avuto, un cane comprende perfettamente.
Alla Juventus intanto aspettano e osservano l’evolversi della situazione in chiave calciomercato. Dopo le parole di Luciano Moggi circa un proprio imminente ritorno sulle scene del calcio (dichiarazione che, secondo la rubrica Makaroni del Corriere della Sera, avrebbe fatto volare in Borsa il titolo della Rolex) si muovono con discrezione anchei vertici bianconeri (il presidente Cobolli Gigli, l'amministratore delegato Jean Claude Blanc, il direttore sportivo Alessio Secco), nella prospettiva dell’arrivo di Hamsik. Pare che Moggi abbia suggerito di opzionare Rin tin tin e Lassie come cursori sulle fasce laterali.
Marek in crisi e Auriemma, che è rimasto l’amicone della porta accanto nonostante Mediaset, chiosa: “Stavolta il ragazzo bisogna solo comprenderlo”. E comprendiamo che le lusinghe e le contaminazioni da slang meneghino nulla hanno potuto con il linguaggio fresco e spontaneo di questo eterno ragazzo della curva B.

Hans Schnier
(*) Da www.grandejuve.it
 
Raffaele Auriemma
Marek Hamsik
Luciano Moggi
Giovanni Cobolli Gigli
Jean Claude Blanc (*)