Come ho fatto nei confronti  di altri piani editoriali presentati dai predecessori di Antonello Perillo, anche stavolta non farò mistero del mio voto. Ho  diverse perplessità sul piano che ci è stato sottoposto, che tuttavia ha un  merito: non è un Bignami del buono e corretto giornalismo radiotelevisivo  pubblico, non è una mini “Costituzione rifondativa” dei “sacri” principi della  professione, ma una dichiarazione di intenti da costruire e realizzare insieme.  Nel passato le mie riserve si sono appuntate sull’autore del piano, non sulle  dichiarazioni, teoriche, su principi alati e ineccepibili, ma poi disattesi,  come avevo previsto. Stavolta la situazione è capovolta: riconosco al  presentatore del piano onestà umana e intellettuale e intendo appoggiarlo  perché questa non è soltanto la sua redazione, e magari di qualche rampantello  con problemi sintattici e grammaticali, ma è anche la mia redazione, nella  quale, professionalmente, mi sono speso senza riserve. Non voglio lasciarla  nella mani di acerrimi amici del nuovo caporedattore, concentrati sulle loro  miserie personali, perché incapaci di far progredire quelle di tutti. E a  proposito della parola amicizia,che a mio parere Perillo usa troppo e nei  confronti di tutti, gli ricordo una terribile, ma eloquente frase del Padrino  di Mario Puzo pronunciata da Vito  Corleone, il boss interpretato da Marlon  Brando: “gli amici tieniteli stretti,  ma i nemici ancora di più”. È il prezzo inevitabile di chi ha  responsabilità di comando, che deve unire e non dividere. Buon lavoro a te e  noi.   |