Colosimo e Mario Sancetta. E altri nomi si potrebbero aggiungere, come quelli dell’imprenditore Francesco Maria De Vito Piscicelli e dell’aggiunto della procura di Roma Achille Toro, che il 16 febbraio si è dimesso dalla magistratura e che ha natali partenopei.
A preparare un servizio Rai sulle ricadute regionali dell’inchiesta triangolare tra tre procure (partenza da Firenze, coinvolgimento di Roma e approdo a Perugia) ci prova Vincenzo Perone. Napoletano, 43 anni, professionista da quindici, laurea in Scienze Politiche alla Federico II, praticantato alla Scuola di giornalismo di Bologna, collaboratore di Mattino, Roma, Giornale di Napoli e dei settimanali Panorama e Avvenimenti, Perone ha il primo contratto in Rai nel ’97 e conquista l’assunzione a tempo indeterminato al Tg3 nel 2008; dal marzo dell’anno scorso è alla redazione di via Marconi grazie a uno scambio con Romana Fabrizi che voleva rientrare a Roma. Con il giornalista Renzo Santelli, funzionario della Fnsi, ha scritto ‘Delitto imperfetto, la vera storia della legge 150’ (la legge che disciplina le attività di informazione e comunicazione delle pubbliche amministrazioni, ndr).
“Per diversi giorni Perone – ricorda un giornalista di via Marconi, ex sindacalista – ha proposto un servizio sulle ricadute campane dell’inchiesta sulla Protezione civile a chi si alternava alla responsabilità della line (il vicario Procolo Mirabella, il vice redattore capo Antonello Perillo, il capo servizio |
La cancellazione della firma arriva pochi giorni dopo un’altra proposta bocciata. L’undici febbraio, durante la presentazione di un libro alla Feltrinelli di piazza dei Martiri, la giornalista del Mattino Rosaria Capacchione viene avvicinata e minacciata da parenti del boss Antonio Iovine. Il giorno successivo alle 14 va in onda al Tgr il servizio di Anna Teresa Damiano. Nel pomeriggio sull’episodio si susseguono i lanci di agenzia e Perone propone di darne conto con un nuovo servizio. Non ottiene il via libera e scrive una lettera al responsabile dei servizi giornalistici Massimo Milone per spiegargli perché giudica necessario un alto livello di attenzione su una questione delicata come le minacce ai giornalisti che si occupano di camorra. |